Lo ha dichiarato Daniel Pedrotti, presidente OPI di Trento, che in diversi punti ha analizzato la ‘crisi’ dell’infermieristica italiana: condizioni di lavoro, valorizzazione della professionalità e retribuzione economica.
La fuga
«Il fenomeno dell’intenzione di lasciare il sistema sanitario e in alcuni casi la professione da parte degli infermieri – spiega il presidente – è noto e allo stesso tempo preoccupante. Il fenomeno, però, che sicuramente va quantificato oggettivamente e soprattutto ne vanno comprese le cause».
I tre punti
«Come evidenziato nei documenti dell’Ordine è una priorità e responsabilità della Politica e delle Istituzioni mettere in atto, con urgenza, misure per attirare più studenti nella formazione universitaria e trattenere gli infermieri nella professione e nel sistema sanitario provinciale, migliorando le condizioni di lavoro, di posizione ed economiche.
Protagonisti
Per quanto riguarda il primo punto, vogliamo essere considerati un valore ed essere protagonisti del sistema, con un coinvolgimento nelle scelte. Ancora: servono dotazioni infermieristiche appropriate e ambienti di lavoro stimolanti orientati all’innovazione e alla ricerca.
Meritocrazia e carriera
Inoltre vanno considerate le specificità delle diverse generazioni e l’esigenza di coniugare lavoro e vita privata. Dal punto di vista della professionalità, la gestione delle risorse umane deve essere basata sulla meritocrazia e premiare le competenze attraverso l’istituzione di percorsi di carriera strutturati di tipo specialistico e gestionale anche con l’espansione degli incarichi dirigenziali.
Lo stipendio
Un recente risultato è il riconoscimento delle funzioni specialistiche, ma bisogna fare di più, in fretta e in modo condiviso. Infine l’aspetto economico. Lo stipendio netto, senza le voci aggiuntive come ad esempio le domeniche, è di 1.500 euro.
La media europea è sopra i 2.000 euro e in Germania 2.500. Lo stipendio è anche una questione di dignità professionale oltre che di riconoscimento delle responsabilità che gli infermieri ai vari livelli si stanno assumendo.
Urgono retribuzioni adeguate
La prima azione per rendere attrattiva la professione, è quella di garantire retribuzioni adeguate e all’altezza della reale responsabilità assunta dagli infermieri, evoluta a livello esponenziale negli ultimi 20 anni, a fronte di stipendi pressoché invariati».
Non si può più aspettare
Sulla realizzazione dei tre punti da parte di politica e istituzioni, Pedrotti è perentorio: «Non è più possibile aspettare», tuona. «Gli infermieri meritano il riconoscimento della loro professionalità e del contributo indiscusso che offrono alla salute dei cittadini.
Rendere attrattiva la professione infermieristica in Trentino deve essere una priorità per la salute dei cittadini prima ancora che per il sistema e per la professione stessa» conclude il presidente.
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