“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”
Ma non solo, come precisato dal testo appena citato, interventi particolari trovano ragion d’essere anche in atti normativi posti in essere dal legislatore in varie fasi dell’evoluzione storica italiana post 1948.
Siamo nell’ambito di quelli che vengono definiti come diritti soggettivi assoluti ovvero quei diritti che possono essere fatti valere nei confronti di chiunque e di cui tutti coloro che non sono titolari hanno l’obbligo di rispettarne le facoltà proprie.
Articolo 32 della Costituzione: cos’è il diritto all’autodeterminazione
Il diritto assoluto all’autodeterminazione si sostanzia nella possibilità concessa alla persona titolare, di scegliere liberamente in ordine ad atti che coinvolgono il proprio corpo e le proprie aspettative di salute e di vita. Un assioma questo il cui significato ultimo consente al titolare del diritto di poter, ad esempio, liberamente rifiutare un trattamento sanitario, ricorrendo qualora ce ne siano i presupposti, a tutti gli strumenti offerti dal nostro ordinamento per esercitare questa libero potere all’autodeterminazione.
Norme e casi limite ai trattamenti sanitari
Un forte limite a tale diritto all’autodeterminazione si ha ad esempio quando l’intervento sanitario sia dalla legge previsto come obbligatorio, per il carattere proprio dell’intervento stesso e sempre nell’ottica di tutelare la persona con apposite procedure e garanzie o salvo particolari casi di emergenza.
La Comunità Europea e il diritto all’autodeterminazione
La tematica afferente al concetto di autodeterminazione è stata affrontata anche in ambito sovranazionale, diversi in tal senso gli interventi della comunità europea, che disegnano con ancora maggiore determinazione il senso intimo di una così pressante tutela concessa alla persona; in particolare va richiamata la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo all’applicazione della biologia e della medicina (c.d. Convenzione di Oviedo), la quale all’art. 5, comma 1, prevede che: un intervento nel campo della salute non possa essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato.
Spunti giurisprudenziali tra possibilità di scegliere e rifiutare la prestazione medica
Nel nostro ordinamento sono diversi gli spunti della giurisprudenza che evidenziano i tratti caratteristici del diritto all’autodeterminazione, i giudici della Suprema corte hanno evidenziato con la sentenza n. 2847/2010 che “Esso rappresenta, ad un tempo, una forma di rispetto per la libertà dell’individuo e un mezzo per il perseguimento dei suoi migliori interessi”. Il che implica la facoltà non solo di scegliere tra le diverse possibili terapie, ma anche di rifiutarle o di decidere di interromperle atteso che il principio personalistico che anima la nostra Costituzione vede nella persona umana un valore etico in sé“
Autodeterminazione e deontologia medica
Una tematica che è stata affrontata anche dal punto di vista interno al personale sanitario, si evidenzino in tal senso le disposizioni dettate dal Codice di deontologia medica, che stabiliscono l’obbligo per il medico di attenersi, nel rispetto del carattere autonomo e indipendente proprio della sua funzione, alla volontà liberamente espressa della persona che deve essere curata, sottolineando per lo più le modalità in cui il personale sanitario deve agire di modo che sia garantito il rispetto della dignità, della libertà e autonomia del paziente.
Diritto all’autodeterminazione e consenso della persona
Quando si parla del diritto all’autodeterminazione ci si riferisce in pratica alla somma di decisioni aventi a riguardo i trattamenti sanitari spettanti alla persona che vi è destinata o, al fatto che nessuno possa essere sottoposto ad un trattamento sanitario senza il suo consenso, salvo, come già anticipato (Articolo 32 della Costituzione), i casi previsti dalla legge e le particolari situazioni di emergenza.
In Italia un sistema improntato al sovrano rispetto dell’individuo
Sempre in riferimento alle pronunce della Corte di Cassazione, i giudici hanno affermato che il diritto all’autodeterminazione è “improntato alla sovrana esigenza di rispetto dell’individuo e dell’insieme delle convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche che ne improntano le determinazioni”.
Una tematica quindi dagli aspetti fondamentali e a lungo dibattuti, coloro i quali vogliono affrontare al meglio la professione sanitaria devono conoscerne le caratteristiche più delicate ed essere preparati a vivere e a rispettare il diritto all’autodeterminazione di ogni paziente.
Martino Vitaliano di Caudo
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