Dopo 10 anni il Nuovo Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche

Redazione 13/04/19
Dopo 10 anni il Nuovo Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche è stato approvato all’unanimità da tutta la Federazione. Come presentato dal sito ufficiale della FNOPI:

Il Codice deontologico degli infermieri non è una semplice enunciazione di regole: è il vero e proprio vademecum della professione, come questa deve svolgersi, come deve affrontare e risolvere i problemi, come deve rapportarsi con i pazienti, i colleghi, le istituzioni, le altre professioni. Come la professione sia a fianco di chi soffre e ha bisogno di assistenza e sia divisa dalla politica. FNOPI.it

La società cambia sempre più velocemente e i dieci anni che dividono il vecchio codice deontologico del 2009 dall’ultima fatica si sentono in tutto il loro peso. Il linguaggio usato, la consapevolezza dell’infermiere in quanto professionista, uno stile più laico e meno missionario.

È ancora presto per fare della filosofia e dei commenti sul Nuovo Codice Deontologico, ci vogliono parecchi giorni, parecchie riflessioni e diversi punti di vista, prima di poter trarre delle conclusioni da condividere.

Il codice rispecchia l’infermiere di oggi? Pone le basi deontologiche per quello di domani, senza ulteriori specchi per le allodole, o come il precedente contiene norme-trappole come il sempre odiato art.49, attualmente e formalmente abrogato? Le letture sono diverse quante le teste che lo leggono e lo interpretano.

Le parole di Barbara Mangiacavalli – Presidente FNOPI

“Il nuovo Codice, approvato dai 102 presidenti nel Consiglio nazionale, rappresenta per l’infermiere uno strumento per esprimere la propria competenza e la propria umanità, il saper curare e il saper prendersi cura. L’infermiere deve dimostrare di saper utilizzare strumenti innovativi per una gestione efficace dei percorsi assistenziali e l’applicazione dei principi deontologici completano le competenze e permettono all’infermiere di soddisfare non solo il bisogno di ogni singolo paziente, ma anche quello del professionista di trovare senso e soddisfazione nella propria attività.

Ed è una guida e una regola per garantire la dignità della professione e per questo va rispettato e seguito da tutti. Il Codice è per gli infermieri e degli infermieri. Li rappresenta e li tutela e mette nero su bianco la loro promessa di prendersi cura fatta da sempre ai cittadini”. FNOPI.it

Il nuovo codice deontologico

Molti i punti di contatto con il precedente Codice e molte le assolute novità. Cinquantatré articoli compongono il codice invece che cinquantuno come il precedente. È stato introdotta la figura dell’infermiere manager clinico, con una nuova attenzione sottintesa ai nuovi ruoli del territorio. La presa di posizione dell’infermiere in quanto partecipante al governo clinico (Art. 32), la propria titolarità di governance. Curiosa, la magistrale chiarezza con cui si sottolinea al popolo infermieristico i doveri del professionista che utilizza social media (a vista l’unico corsivo presente in tutto il testo!)

La professione dell’infermiere:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Diviso in 8 Capi

Diviso in otto Capi, ognuno su un argomento che riguarda professione e/o assistenza, il nuovo Codice chiarisce il dovere dell’infermiere di curare e prendersi cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento di sessualità, etnica, religiosa e culturale. E in questo di astenersi da ogni discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di chi incontra nel suo operare.

Il Codice mette in chiaro anche che l’Infermiere agisce in base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, alla consulenza e l’intervento di infermieri esperti o specialisti. Nella sua consulenza mette a disposizione i suoi saperi e abilità di comunità professionali e istituzioni. Partecipa al percorso di cura e si adopera perché la persona assistita disponga delle informazioni condivise con l’equipe, necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti e si impegna a sostenere la cooperazione con i professionisti coinvolti nel percorso di cura, adottando comportamenti leali e collaborativi con i colleghi e gli altri operatori. Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel processo assistenziale.

FNOPI.it

Diviso in otto Capi, viene affrontato ogni macro-aspetto della professione e dell’assistenza:

  1. Principi e valori professionali
  2. Responsabilità assistenziale
  3. Rapporti professionali
  4. Rapporti con le persone assistite
  5. Comunicazione
  6. Organizzazione
  7. Libera professione
  8. Disposizioni finali

Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2019

Come scritto nel comunicato FNOPI:

Ben 11 articoli su 53 riguardano il rapporto diretto con gli assistiti, dal dolore alla privacy, dall’assistenza ai minori alle cure nel fine vita, fino al segreto professionale.

Tra i compiti, il Codice prevede l’educazione sanitaria per i cittadini e la promozione per loro di stili di vita sani, la ricerca e la sperimentazione, ma anche, per gli infermieri, gli obblighi di formazione e di educazione continua, argomento questo che per la prima volta entra a pieno titolo in un Codice deontologico.

L’infermiere è garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono, se rileva privazioni o maltrattamenti li segnala all’autorità competente e si attiva perché ci sia un rapido intervento. E dal punto di vista professionale denuncia e segnala assieme all’Ordine, l’abusivismo e le attività di cura e assistenza prive di basi e riscontri scientifici e/o di risultati validati.

Non manca il riferimento alla comunicazione: l’Infermiere, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione.

Stabilite anche le regole deontologiche della libera professione. Ad esempio, il “contratto di cura” in cui si prevede che l’Infermiere, con trasparenza, correttezza e nel rispetto delle norme vigenti, stipula con la persona assistita apposito contratto di cura che evidenzi l’adeguata e appropriata presa in carico dei bisogni assistenziali, quanto espresso dalla persona in termini di assenso/dissenso informato rispetto a quanto proposto, gli elementi espliciti di tutela dei dati personali e gli elementi economici.

Nelle disposizioni finali, poi, il nuovo Codice raggruppa una serie di regole per il decoro della professione e il rispetto delle norme fino a chiarire nero su bianco che le norme deontologiche contenute nel Codice sono vincolanti per tutti gli iscritti agli Ordini e la loro inosservanza è sanzionata dall’Ordine professionale tenendo conto della volontarietà della condotta, della gravità e della eventuale reiterazione della stessa, in contrasto con il decoro e la dignità professionale.

In questo senso fa anche un altro passaggio per superare l’ostacolo che ha creato e crea problemi per altre professioni e che gli infermieri invece hanno chiarito e risolto: l’infermiere che ricopra incarichi politico-istituzionali persegue interessi pubblici generali, della collettività tutta e non di parte, che siano individuali associativi o corporativi. Quindi su di lui niente interventi dell’Ordine al di fuori di ragioni strettamente e realmente professionali.

IL CODICE DEONTOLOGICO APPROVATO DAL CONSIGLIO NAZIONALE FNOPI

Redazione

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