Se da una parte sembra impellente la necessità di equiparare la retribuzione al vero valore della categoria, alcuni non hanno mancato di sollevare polemiche su una iniziativa che di per sé, potrebbe solo arrecare benessere al mondo del lavoro in generale.
Chi, infatti, con tono sarcastico ha sollevato dubbi sulla irragionevole sproporzione fra la variazione del tenore retributivo infermieristico fino a qui sottostimato e il corrispondente retributivo di medici, e altri professionisti, incappa in una serie di errori di valutazione di non poco conto.
In altre parole, ritenere di non aumentare la retribuzione di una intera classe professionale solo perché alcuni medici, a loro volta, hanno una paga mediocre è dar vita ad una guerra tra poveri.
Per ricordarci tutte le nostre responsabilità:
L’iniziativa di Nursing up Lazio, da’ risalto ad una serie di tematiche di diritto che, a prescindere dal tratto riferibile allo stipendio tabellare non consono alla qualifica professionale infermieristica, scuotono il senso stesso della battaglia per un lavoro dignitosamente vissuto dai suoi protagonisti.
In termini di diritto del lavoro, difficilmente l’iniziativa darà vita ad un concreto mutamento della situazione per i professionisti dell’assistenza sanitaria. E’ però vero, che parlare di questo argomento aiuta a capire e riflettere sugli errori di un sistema che legittima posizioni di non tutela di una intera classe professionale. Che professionisti laureati siano equiparati ad altre categorie previste e definite dalla legge come mestieri e non professioni, è un primo segnale che ci permette di valutare il disavanzo di legittimità che investe gli infermieri in questo periodo storico di transizione.
Per queste ragioni risulta fondata la richiesta di aumento della retribuzione da parte della categoria infermieristica, sono 2.000 euro al mese che servono da corrispettivo non solo per l’impegno profuso da professionisti a lungo bistrattati, ma per dare valore e senso a un necessario riordino collettivo di ciò che viene inteso come sistema sanitario italiano. Una iniziativa a vantaggio di tutti quindi.
Martino Vitaliano Di Caudo
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