“A blocchi di una trentina di persone alla volta stiamo comunicando le sospensioni. La legge parla chiaro al riguardo”. È così che il presidente OPI di Udine, Stefano Giglio, ha annunciato un provvedimento tanto drastico quanto inevitabile.
L’obbligo c’è dal 2009
Già, perché a fronte di circa 4200 iscritti, ben 650 non avrebbero ancora attivato una casella di posta certificata; e perciò non possono esercitare la professione. Per chi non lo sapesse, infatti, dal 2009 è in vigore l’obbligo per gli iscritti agli ordini professionali (come gli infermieri) di comunicare la propria PEC al proprio Ordine (vedi il comma 7 dell’art.16 della Legge 2/2009).
Sanzioni pesantissime
Obbligo che, col Decreto Legge Semplificazione dello scorso anno, è stato ulteriormente potenziato: sono infatti previste sanzioni pesantissime per chi non regolarizza la propria posizione entro trenta giorni dalla notifica del proprio Ordine.
‘Comportiamoci da professionisti’
Come spiegato il presidente Giglio a Il Messaggero Veneto: “È da più di un anno che rincorriamo gli iscritti senza posta certificata poi a dicembre 2020 una circolare ministeriale ci ha imposto di metterci in regola per non rischiare il commissariamento.
Quindi abbiamo accelerato e dopo vari avvisi, abbiamo fatto scattare le prime sospensioni. Siamo costretti a comportarci così per convincere gli iscritti a dotarsi di posta certificata. Se vogliamo essere trattati da professionisti dobbiamo comportarci di conseguenza”.
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