Perdita di attrattività dell’infermieristica? Beh, tra le tante ragioni che hanno causato il triste epilogo di una giovane “professione” (mai riconosciuta come tale dai più), c’è senz’altro il fatto che a fronte di stipendi da diplomati o peggio, purtroppo si hanno responsabilità da laureati veri.
E ce lo ricordiamo, mestamente, ancor di più, ogni volta che arriva qualche sentenza a tema o che qualche collega finisce nei guai. Stavolta la notizia arriva da Spoleto e a parlarne è Il Messaggero, che cita un’inchiesta della Corte dei Conti dell’Umbria.
Quattro pazienti anziani, a seguito di un intervento chirurgico alla cataratta avvenuto presso l’ospedale San Matteo degli Infermi, avrebbero purtroppo perso la vista ad un occhio a causa dell’infermiere ferrista, che secondo la magistratura contabile avrebbe commesso un «inescusabile, marchiano, e madornale errore»: avrebbe inserito una soluzione di bicarbonato all’8,4% con Ph compreso tra 7 e 8,5 nell’asta porta bottiglie del facomulsificatore, al posto di quella salina bilanciata per uso oftalmico.
A finire sotto inchiesta, oltre a lui, è stata anche la coordinatrice infermieristica: «Altrettanto grave è la corresponsabilità nell’accadimento lesivo per la mala gestio organizzativa dei farmaci e dei presidi della sala operatoria…, anche con riferimento alla relativa tracciabilità, movimentazione e debita collocazione».
I due, ad oggi regolarmente in servizio, se la sono cavata con un giorno di sospensione e con lo stipendio decurtato della stessa giornata lavorativa. Ma adesso i due professionisti dovranno risarcire la Regione, secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti dell’Umbria.