A lanciare l’allarme, stavolta, è il consigliere regionale del Friuli, Nicola Conficoni (Pd), che ha commentato «il blocco sulla trattativa per le risorse aggiuntive regionali che l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha illustrato ai sindacati» (VEDI Pordenone Today).
Il tema è sempre quello: l’estrema carenza di infermieri e medici che, stanchi di stipendi da fame e condizioni di lavoro insostenibili, scappano a gambe levate verso situazioni migliori. Nel corso dell’ultima seduta dell’Aula, Riccardi aveva sostenuto «la necessità di arginare la fuga, investendo sul personale.
Peccato che abbia fatto marcia indietro alla prima occasione – spiega Conficoni – In questa partita, come di regola, a pagare il prezzo più alto è il Friuli Occidentale: l’Asfo prevede addirittura due milioni di euro in meno di spesa rispetto al tetto, come confermato dalla relazione del collegio dei revisori».
Praticamente, come spiega più nel dettaglio l’esponente Pd, «la condivisione di un cambio di linea per arginare la fuga del personale sanitario, avvenuta solo qualche giorno fa in Consiglio regionale da parte dell’assessore Riccardi, si è subito schiantata sul primo scoglio: quello delle retribuzioni, ferme da anni e ancora da adeguare».
Fatto sta che, secondo quanto riportato da Conficoni, negli ultimi tre anni sono state segnalate ben 1.530 dimissioni volontarie di medici e infermieri! Come arginare la fuga? Per il consigliere la ricetta è una sola: «Per rilanciare la sanità pubblica bisogna occuparsi in maniera forte della questione retributiva, alzando gli stipendi ed equiparandoli in rapporto a funzione svolta e anzianità.
In tutti i territori devono sparire le disparità che favoriscono le fughe. Affinché ciò sia possibile, la Regione deve ottenere l’eliminazione del tetto di spesa sul personale e investire di più per trattenerlo, a partire dal prossimo assestamento di bilancio».