Una lettera di una familiare piuttosto arrabbiata è stata recapitata presso la casella di posta del sito Cosenza 2.0 (VEDI). È arrabbiata perché il suo papà è morto e perché, a suo dire, gli infermieri dell’Annunziata di Cosenza non hanno fornito al suo caro un’assistenza adeguata. Stanno lì “solo per lo stipendio” e “per passare il tempo”, ha precisato. Riportiamo qui per intero la lettera:
«Vorrei fare una denuncia verso alcuni infermieri dell’ospedale di Cosenza, in quanto stanno lì solo per passare il tempo e per lo stipendio che ricevono mensilmente, anziché prendersi cura dei pazienti come dovrebbero…
Mio padre è stato ricoverato per 10 giorni, purtroppo non aveva la forza di suonare il campanello ogni qualvolta ne aveva bisogno, avendo un problema molto grave …Gli avevano attaccato la Cpap e lui non la sopportava, però ci aveva detto il medico che se l’avesse tolta anche solo per 2 minuti ci avrebbe lasciati.
La seconda notte in ospedale lo hanno trovato a terra la mattina, perché in quel momento era l’unico paziente in quella camera. La dottoressa prima ce lo ha riferito, poi ha detto che avevamo capito male
Visto ciò abbiamo chiesto ed ottenuto il permesso per stare con lui la notte. Quando chiamavamo durante la notte per una qualsiasi cosa, venivano in assistenza molto contrariati e facendoci capire che disturbavamo il loro sonno… e spesso venivano imprecando parolacce….!
Martedì pomeriggio ho suonato il campanello perché mio padre voleva bere. Purtroppo non capiva ciò che faceva e aveva provato a bere senza togliere la mascherina. Nel tentativo di fare ciò si e bagnato tutte le spalle … Niente, non è venuto nessuno. Mi affaccio nel corridoio ed erano una al telefonino per fatti suoi e l’altra appena si è resa conto che andavo verso di loro, è saltata facendo finta di cercare qualcosa dietro un monitor…
Chi decide di fare un lavoro del genere sa a cosa va incontro e dovrebbe farlo con il cuore, pensando che potrebbe esserci un loro caro nelle stesse condizioni o trovarcisi lei nelle stesse condizioni. Fanno un giuramento che è quello di salvare la vita, non di fermarla .
Mio padre dopo dieci giorni di ricovero è deceduto mercoledì mattina».
Cari pazienti e familiari… Noi infermieri sappiamo bene che non è vostro interesse capire di chi sia competenza o meno rispondere ai campanelli, dar da bere ai malati o cose di questo tipo. Non è vostro interesse essere eruditi circa il fatto che manca il personale di supporto (gli OSS) e che anche se vedete gli infermieri farlo… Non dovrebbero essere loro ad occuparsene.
Ce ne rendiamo conto.
Ma vi diamo un consiglio: invece di scrivere queste letterine per denigrare una categoria di professionisti che ha responsabilità ben diverse dal dissetare qualcuno o dal correre per qualsivoglia motivo quando suona un campanello, scrivete direttamente alla direzione dell’ospedale, spiegando nel dettaglio le carenze osservate.
O magari al primario, visto che per legge è lui il responsabile della cura e dell’assistenza erogate dalla sua Unità. E se manca il personale di supporto, anche lui e i “dottori” potrebbero/dovrebbero rispondere ai campanelli o arrivare sorridenti con acqua fresca e cannuccia alla mano.
Se volete davvero che qualcosa cambi, aiutateci anche voi e scrivete. Denunciate. Chiamate anche i carabinieri, se necessario. Ma non prendetevela sempre e solo con chi, tra carenze croniche, istituzionalizzate e fortemente volute da dirigenze sempre più sorde di fronte alle urla di pazienti e lavoratori, prova costantemente a mettervi al centro.
Nonostante tutto.
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