Nel 2025 si avvicina il centenario del Regio Decreto numero 1832 del 1925, una norma che ha segnato un momento cruciale per l’evoluzione dell’infermieristica italiana. Questo decreto ha istituito le prime “scuole convitto per infermieri professionali” nel paese, ufficializzando una figura che fino ad allora era stata sviluppata in modo volontario e senza uniformità a livello nazionale. In precedenza, l’istruzione per gli infermieri era stata regolamentata in diverse modalità, e nel 1902 soltanto 25 ospedali in Italia avevano scuole di formazione, mentre nel Regno Unito ne erano attive oltre 500 nello stesso periodo.
Quasi cento anni dopo quella pietra miliare, che ha avuto un impatto significativo non solo sull’infermieristica, ma anche sull’assistenza sanitaria nel nostro paese, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) sta già progettando i fondamenti della nuova formazione infermieristica.
Ci sono tre priorità che devono trovare spazio nelle prossime leggi, a partire dalla legge di Bilancio:
– Valorizzare la formazione infermieristica e le specializzazioni all’interno delle università, anche attraverso maggiori investimenti per il fondo dedicato alla docenza universitaria e per l’aumento del numero di professori nell’ambito dell’Infermieristica (MED/45). Questo contribuirà a garantire la sostenibilità qualitativa della nuova formazione.
– Potenziare il percorso di formazione universitaria infermieristica, prevedendo lauree magistrali a indirizzo clinico per rispondere alle esigenze del sistema sanitario e della popolazione.
–Strutturare in modo adeguato i posti nei corsi di laurea abilitanti e nelle lauree specialistiche, in linea con le necessità del sistema sanitario.
Il Regio Decreto del 1925 rappresenta l’inizio di una serie di importanti normative legate all’infermieristica in Italia. Questo decreto ha conferito valore all’infermiere specializzato, riconoscendolo già nella legge 1098 del 19 luglio 1940, in quanto fondamentale per garantire la qualità dell’assistenza e ridurre gli accessi impropri agli ospedali. Nel 1954 sono stati istituiti i Collegi (ora Ordini) come organi di tutela professionale, etica e deontologica. Nel corso degli anni successivi, si sono superati i mansionari, aprendo la strada alle lauree e ai percorsi universitari, che sono stati ulteriormente arricchiti con lauree magistrali, dottorati di ricerca e ruoli accademici.
In occasione del centenario della formazione e della professione infermieristica, la FNOPI pone l’accento sull’obiettivo di compiere un salto di qualità. Ciò implica sviluppare ulteriori specializzazioni, promuovere la laurea magistrale per agevolare l’accesso all’area del “personale di elevata qualificazione” previsto dai contratti, e riorganizzare le materie di insegnamento infermieristico.
La FNOPI sottolinea che, senza una qualità dell’assistenza adeguata, la quantità di operatori non può risolvere i problemi del sistema sanitario e dei cittadini. Conclude affermando che “senza infermieri qualificati, non c’è salute”.
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