Mancano infermieri? Tranquilli, c’è il “Sistema automatizzato” che prepara la terapia (somministrata poi da chi…?) 


C’è carenza di infermieri? Beh, invece di risolvere il problema alla radice e in fretta, magari con politiche che migliorino l’attrattività di quella che appare come la professione più bistrattata dell’universo (tra paghe da fame, sfruttamento selvaggio, turni da incubo, aggressioni continue, demansionamento e chi più ne ha più ne metta), si studiano in continuazione “soluzioni” piuttosto discutibili per tappare le voragini.


E tra battaglioni di infermieri indiani (che nel loro paese guadagnano un decimo dei nostri miseri stipendi, VEDI) pronti a sbarcare nel bel paese e “assistenti alla salute” che di fatto si dedicheranno anima e corpo all’abuso della professione infermieristica (con l’avallo di tutti, VEDI), ecco che addirittura arrivano sistemi automatizzati in grado di preparare le terapie farmacologiche.


L’obiettivo? Secondo la determinazione della casa per anziani (a Cividale, VEDI) che sta sperimentando il “magico” armadio, datata 14 giugno 2023, sarebbe quello di aumentare il tempo che gli infermieri dedicano all’assistenza e alla cura diretta dei residenti, scrollandogli di dosso il fardello della preparazione dei farmaci.


Eppure… Tra OSS e Super OSS presenti in struttura e il drastico calo della disponibilità di infermieri “anche nell’ambito delle strutture residenziali per anziani” dovuto al Covid e non solo, il dubbio che si stia provando a ridurre ulteriormente il loro numero o addirittura a eliminare la figura dell’infermiere da certi contesti (case di riposo, RSA, case per anziani, ecc.) è forte.


Andrea Traunero, segretario generale Fp Cgil Udine, è a dir poco perplesso circa questa sperimentazione (VEDI Quotidiano Sanità): «Secondo il sindacato che rappresento i 138mila euro previsti per il noleggio del nuovo armadio per la preparazione del farmaco, li avrei usati per incentivare gli infermieri che già ci sono, mantenendo l’infermiere come persona e figura esclusiva a dispensare il farmaco nei confronti degli ospiti.


Sono passati circa due mesi dall’avvio del nuovo sistema automatizzato e giusto il tempo del rodaggio non abbiamo avuto notizie che gli infermieri che lavorano nella casa di riposo di Cividale hanno recuperato più tempo da dedicare agli ospiti. Le terapie devono comunque essere personalizzate e riprese in mano dagli operatori. Inoltre, rimane il problema che chi distribuisce i farmaci è un Oss complementare e non un infermiere».

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Alessio Biondino

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