Intanto che la politica, ancora oggi, fa seria fatica a capire i motivi della carenza di personale infermieristico (VEDI articolo Il nuovo assessore alla sanità: «Mancano infermieri? Serve capire perché personale qualificato sceglie di andare via»), che mette in atto piani diabolici per peggiorare la situazione (VEDI l’avvento degli indiani, la produzione di assistenti alla salute “con competenze infermieristiche” e l’imbarazzante pastrocchio delle pensioni) e che gli appelli profusi da media e addetti ai lavori alla “vocazione”, alla “missione”, al “sacrificio”, alla “passione” e a “non pensare solo al guadagno” non funzionano più, i giovani non ci cascano proprio più e non si iscrivono più a Infermieristica.
L’ultimo emblematico scempio, fatto di dati preoccupanti, arriva dal Veneto: alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 del corso di laurea in Infermieristica promosso dall’Università di Padova e voluto dall’Ulss 4, i nuovi iscritti sono stati solo 47 su 100 posti disponibili.
Sì, il posto di lavoro post laurea è praticamente assicurato (i laureati degli ultimi due anni risultano tutti occupati in aziende socio-sanitarie pubbliche, cooperative e strutture varie), ma evidentemente ciò non basta più per convincere i giovani.
Dall’Ulss, con velato ottimismo, spiegano: «La volontà di mantenere il corso di Laurea nel Veneto orientale è legata all’idea che avere la formazione universitaria in azienda rappresenti uno stimolo formativo per i giovani. Il corso garantisce inoltre disponibilità di nuovi giovani professionisti laureati come garanzia di copertura del ricambio del personale in uscita per pensionamento o altro e rappresenta un incentivo per chi già lavora grazie al quotidiano scambio di idee con gli studenti».
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento