I sindacati di medici e infermieri: “Pronti a nuovi scioperi”


Dopo le proteste dello scorso 5 dicembre, Pierino Di Silverio (Segretario Nazionale Anaao Assomed), Guido Quici (Presidente Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Presidente Nursing Up) minacciano l’imminente ripresa delle ostilità. Già, perché se il Governo rimarrà sordo (VEDI articolo Schillaci sullo sciopero di medici e infermieri: “Proteste esagerate, il Governo ha fatto tanto”) alle richieste di professionisti e sindacati, arriveranno nuove mobilitazioni e disagi.


In un comunicato congiunto, i tre rappresentanti sindacali hanno spiegato: «Apprendiamo con soddisfazione della dilatazione dei tempi parlamentari per l’approvazione della manovra, ottenuta anche per rivedere la norma sul taglio delle pensioni dei sanitari all’indomani del successo della nostra protesta, e auspichiamo dunque che in questi giorni sia possibile modificare la bozza di legge di bilancio prevedendo gli aggiustamenti che chiediamo:


– investire nel SSN non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio;
rendere appetibile le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni che limiti il disagio;
eliminare il tetto di spesa alle assunzioni;
aumentare le retribuzioni, prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti;
– rivedere il modello contrattuale, con rispetto per le specificità sanitarie;
depenalizzare l’atto medico e sanitario;
mantenere i diritti acquisiti, anche con riferimento all’assetto pensionistico.


Ma in assenza di risposte la vertenza non si fermerà, e per dar seguito alla nostra azione congiunta iniziata il 5 dicembre e nel rispetto dei regolamenti, siamo pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio 2024.


Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate proseguiremo il percorso di mobilitazione, allargando il fronte della partecipazione, perché quello che oggi viene percepito come problema professionale venga avvertito anche come problema sociale, che riguarda non solo gli operatori della sanità, ma anche e soprattutto i cittadini.

Porteremo dunque in piazza tutti coloro che hanno a cuore il Ssn, ed arriveremo a rappresentare le nostre doglianze, negli interessi della salute collettiva, sino alle sedi istituzionali sovra nazionali.


La nostra azione è racchiusa in questo slogan ‘La sanità pubblica non si svende, si difende’ e non ci fermeremo fino a quando non arriveranno soluzioni concrete e operative a problemi che molti osservano ma pochissimi affrontano. Chiediamo solo di lavorare meglio in un servizio sanitario migliore».

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Alessio Biondino

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