Errore in sala operatoria: infermiere deve restituire oltre 183 mila euro

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Ha commesso un errore in sala operatoria e per questo ha causato la cecità di ben quattro pazienti nello stesso giorno durate alcuni interventi chirurgici alla cataratta: per questo motivo un infermiere è stato condannato dalla Corte dei conti a restituire oltre 183 mila euro.


La sentenza, pubblicata recentemente, ha altresì dichiarato l’ex coordinatrice infermieristica coinvolta nel caso assolta da ogni accusa presentata dalla Procura contabile, in quanto non era presente in ospedale al momento dell’errore e non è stata ritenuta ragionevolmente responsabile per la mancata adozione di misure preventive contro la confusione tra i farmaci (responsabilità spettante agli organi aziendali di livello superiore).


Gli incidenti in sequenza si sono verificati il 16 maggio 2015 presso l’ospedale di Spoleto (VEDI Umbria 24), quando è stato erroneamente inserito bicarbonato di sodio, anziché la soluzione salina bilanciata a uso oftalmico, nel facoemulsificatore utilizzato per interventi alla cataratta. Da qui il grave danno.


Il professionista, coinvolto nel tragico errore, sarebbe stato ingannato dall’estrema somiglianza tra i due flaconi. Tuttavia, la Corte dei conti ha sottolineato che, con la dovuta diligenza, avrebbe potuto evitare l’errore, impedendo così l’evento lesivo.


La sentenza ha rivelato che l’Usl Umbria 1 è stata costretta, in totale, a versare rispettivamente 135 mila euro a due pazienti, 115 mila al terzo e 165 mila al quarto. 


La sentenza critica anche l’organo dirigenziale dell’epoca, che aveva partecipato alla commissione disciplinare che ha sanzionato l’infermiere e l’ex caposala, evidenziando possibili conflitti di interesse. Tuttavia, la Procura non ha citato in giudizio né l’ex dirigente né la responsabile del blocco operatorio, nonostante la richiesta di condanna e risarcimento di 550 mila euro.

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