Erano 40 anni che, nella Rsa che gestisce in provincia di Taranto, nessun sindacato metteva mai piede. Ed è per questo motivo che il titolare della struttura, vedendosi una giovane infermiera iscritta alla Fials, avrebbe provveduto a minacciarla con una lettera che annunciava la riduzione del monte ore contrattuale da 38 ore settimanali a 25 intimandole, al tempo stesso, «il licenziamento in caso di mancata accettazione e la minaccia di ricevere uno stipendio più basso».
A denunciarlo è il segretario generale della Fials, Emiliano Messina, che sottolinea come «il datore di lavoro è poco avvezzo alle relazioni sindacali. Sono davvero sconcertato per quanto sta accadendo ad una giovane infermiera di Taranto che ha “osato” iscriversi al sindacato. È una minaccia inaccettabile, questa è dittatura».
Anche perché all’interno dell’Rsa le condizioni di lavoro non sembrano propriamente invidiabili, visto che vigono «turni di servizio senza riposi settimanali, turni massacranti, assegni ad personam che figurano come fuori busta paga. Guardando questi abusi e violazioni di legge a carico di una giovane infermiera, non facciamo fatica a pensare che sia tutto il personale ad essere vessato da una gestione autoritaria e dittatoriale, è ormai chiaro perché gli infermieri fuggono dalle Rsa».
Il sindacato Fials chiede «a tutti gli organi ispettivi di far luce sugli abusi in queste Rsa facendo emergere il marcio esistente, che non fa altro che macchiare l’immagine dei tanti gestori della Provincia di Taranto che invece rispettano i lavoratori, i contratti e le organizzazioni sindacali».
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