Era la sera dello scorso 6 febbraio quando un 28enne, dopo aver litigato con la fidanzata, bevve un litro di vino e mezzo di liquore. Temendo il collasso, fece poi chiamare un’ambulanza che lo trasportò all’ospedale di Ciriè (Torino) dove l’uomo, visibilmente ubriaco, malmenò medici e infermieri del pronto soccorso. Infine, forse rendendosi conto, in un attimo di sobrietà, di averla fatta davvero grossa, corse a sporgere denuncia per «essere stato narcotizzato con la forza».
Fatto sta che, in seguito all’accaduto, la Procura di Ivrea si è vista arrivare una pioggia di denunce (ben cinque, almeno per il momento) e ora sarà la procuratrice Gabriella Viglione a stabilire l’andamento dei fatti, conditi da eventuali reati e responsabilità.
Queste le parole dell’uomo, riportate dal suo avvocato (VEDI Repubblica): «Mi si è avvicinato un infermiere che con tono offensivo mi ha chiesto cosa ci facessi lì, che stavo facendo perdere tempo a tutti perché ero solo un ubriacone». Il professionista, però, nega tutto: «All’inizio era tranquillo. Poi, mentre gli misuravo la pressione, mi ha insultato e sferrato due calci contro la gamba».
In seguito al trambusto e alle urla, per aiutare l’infermiere in difficoltà sono accorsi un medico (che ha rimediato un morso sul braccio) un ambulanziere e altri due infermieri. E da lì in poi botte da orbi.
«Mi sono agitato perché ero stato insultato e perché volevo, a quel punto, andarmene, ma non mi lasciavano uscire» spiega l’uomo, che nella querela sottolinea di essere stato a suo dire «placcato, steso a terra e minacciato di essere sedato. Ho urlato a gran voce che non volevo assolutamente che mi sedassero e che volevo andare a casa, ma con il loro peso mi hanno sovrastato. Da quel momento non ricordo più nulla. Mi sono svegliato alcune ore dopo in stato confusionale e molto dolorante». Già, perché a quel punto, con ogni probabilità, il paziente esagitato e pericoloso (per sé stesso e per gli altri) è stato finalmente reso in offensivo con la somministrazione di farmaci.
Una volta dimesso, l’esagitato ha querelato tutti per lesioni e sequestro di persona, segnalando la violazione del principio dell’autodeterminazione terapeutica, come evidenziato dal suo avvocato: «Nessun trattamento sanitario può essere compiuto in difetto del previo ed esplicito consenso del soggetto interessato. Anche se il mio assistito avesse malmenato i sanitari, non avrebbero dovuto sedarlo. Bastava consegnarlo alle forze dell’ordine, dopo averlo immobilizzato». Anche i sanitari, al termine del turno di lavoro, hanno denunciato il 28enne per lesioni e per interruzione del pubblico servizio. Vedremo come andrà a finire.
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