Assistenza domiciliare e infermieri, FNOPI: “Urge fare scelte coraggiose”

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Nel 2023 circa 550mila over 65 hanno beneficiato dell’assistenza domiciliare, un dato che è raddoppiato negli ultimi 10 anni. Questo è uno dei molti dati contenuti nell’Indagine 2024 di Italia Longeva, presentata il 16 luglio al Ministero della Salute durante la nona edizione degli Stati Generali dell’assistenza a lungo termine – Long-Term Care NINE.


Durante l’evento, al quale ha partecipato il consigliere FNOPI Maurizio Zega, è emersa nuovamente l’importanza dell’assistenza domiciliare. Secondo i dati di Italia Longeva, l’aumento della cronicità, disabilità e non autosufficienza ha amplificato i bisogni di salute, in un contesto in cui le reti familiari si stanno assottigliando. Nei prossimi 20 anni, si stima che circa 6 milioni di over 65 saranno soli e a rischio di isolamento. 


Attualmente, il 64% delle persone con demenza, una delle principali cause di perdita di autonomia negli anziani, non riceve cure in strutture sociosanitarie, imponendo un onere enorme sulle famiglie. Inoltre, la carenza di assistenza domiciliare porta a un aumento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri inappropriati, incrementando i costi per il servizio sanitario.


In questo contesto si inserisce bene lo studio AIDOMUS-IT condotto dal CERSI, Centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo dell’infermieristica, su mandato della FNOPI.


“Lo studio AIDOMUS-IT – ha spiegato il consigliere nazionale Maurizio Zega – ha fornito una panoramica dello stato dell’assistenza domiciliare in Italia, coinvolgendo tutti gli stakeholders. L’indagine ha mostrato pazienti soddisfatti dei servizi ricevuti e infermieri che trovano il setting domiciliare più attrattivo. L’analisi dei costi e del valore delle prestazioni ha evidenziato un sostanziale risparmio economico se la gestione delle cure territoriali resta a carico del Servizio Sanitario Nazionale. 


È quindi auspicabile implementare modelli che coinvolgano infermieri con formazione specifica nelle cure territoriali. Diventa necessario stendere un nomenclatore delle prestazioni infermieristiche per definire e quantificare queste all’interno dei LEA, includendole in una specifica branca assistenziale. Occorre anche implementare modelli organizzativi che valorizzino e amplino le competenze esistenti, per garantire la sostenibilità di un sistema pubblico. Anche in periodi di crisi – ha concluso Zega – è importante fare scelte coraggiose, come fu fatto per la nascita del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, pochi anni dopo le politiche di austerity”.

Dall'ADI alle Cure Domiciliari (C-Dom) la riforma lombarda 6867 del 2022

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