Dalle favelas all’infermieristica italiana: la storia di Rosalia

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“Qui le montagne sono meravigliose, con tutti quegli alberi e i fiumi vicini. Da dove vengo io invece, dobbiamo fare i chilometri per riuscire a trovare un fiume pulito come qui ci racconta Lima Rosalia Dos Santos, descrivendo Piazza Brembana (Bergamo) con gli occhi di chi proviene da molto lontano. Rosalia, infatti, è brasiliana, nata ad Alagoinhas 55 anni fa, nello stato di Bahia, ed è cresciuta nella città di San Paolo.


La sua famiglia è multietnica: il suo bisnonno era africano mentre la bisnonna portoghese, e di conseguenza ha parenti sia africani che europei. “Il Brasile è un paese immenso, sembra un continente. È multirazziale e multiculturale. Come tutti i paesi, però, è cambiato molto a causa della troppa corruzione, per questo mi sono trasferita qui, nel 2022” ha raccontato Rosalia a La Voce delle Valli.


Le difficoltà non sono state poche al suo arrivo in Italia. In particolare, la burocrazia ha richiesto molti documenti, autorizzazioni e insistenze presso il consolato italiano, tutto questo per ottenere il riconoscimento del proprio titolo come infermiera. “Inoltre, c’è da prestare attenzione, perché senza la dichiarazione di valore emessa dal consolato italiano in territorio brasiliano, non si può lavorare come infermiere o operatore sanitario. Nonostante tutta questa burocrazia, che a volte scoraggia, reputo corretto questo stretto controllo da parte dello Stato: la nostra è una professione importante e va svolta con serietà!” spiega Rosalia, che ha trovato lavoro a Piazza Brembana presso l’Istituto Don Palla.


Nel piccolo paese, Rosalia ha trovato una nuova casa: “Mi sono integrata molto bene in questo paesino e partecipo a varie iniziative della comunità parrocchiale – poiché sono cristiana credente – e civile. Anche al lavoro mi sono trovata molto bene: sia i miei colleghi che i miei pazienti mi hanno aiutata ad inserirmi in questa nuova realtà. La lingua italiana mi piace molto, anche se ho avuto alcune difficoltà ad impararla, ma tutti con molta pazienza mi hanno aiutato”.


Piazza Brembana è indubbiamente molto diversa da San Paolo, dove Rosalia torna ormai solamente per trascorrere le vacanze: “Qui le persone sono molto socievoli, posso aiutare chi non sta bene perché ci sono le risorse e il paesaggio è sicuramente un tocco in più in tutto questo! Io abitavo nelle favelas, dove il 70% degli scarichi delle abitazioni passavano a cielo aperto e la sanità è molto precaria a differenza dell’Italia” conclude Rosalia.

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