“Ci sarà un incremento dei fondi, spero sopra i 3 miliardi”, così ha annunciato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, a proposito della prossima legge di bilancio.
Nei giorni scorsi diversi esponenti del Governo hanno più volte sottolineato che la sanità è tornata ad essere una priorità del Governo e per questo riceverà in sede di manovra economica maggiori risorse.
“Il ministro Giorgetti e la premier Meloni – ha proseguito il Ministro – sanno bene quanto è importante la sanità, che è tornata al centro delle priorità e ci sarà un incremento dei fondi rispetto a quello previsto. Saranno destinati al personale, assumeremo altri operatori sanitari. Poi ci sarà la defiscalizzazione dell’indennità di specificità per i professionisti del settore”.
I fondi dovrebbero essere impiegati soprattutto per l’assunzione di personale sanitario: è stato annunciato infatti un piano triennale di reclutamento da 30 mila assunzioni, di cui 10mila medici e 20mila infermieri. Importanti annunci, per cui si aspettano però le conferme dal Governo stesso nei prossimi giorni.
Relazione annuale CNEL: spesa sanitaria tra le più basse d’Europa
A riportarci con i piedi ben piantati per terra è la Relazione Annuale del CNEL, i cui dati non sono confortanti: spesa sanitaria tra le più basse d’Europa (75,6% del totale), nonostante la costante risalita dal 2020; spesa privata dei cittadini che continua a crescere (+ 5% solo nell’ultimo anno); liste di attesa insostenibili e aumento della rinuncia alle cure necessarie per problemi economici (che ha raggiunto nel 2023 il valore del 7,6% della popolazione).
Questo è appunto il quadro delineato dal Cnel nella relazione ai Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini, presentata nei giorni scorsi a Roma.
Il personale sanitario
Dai dati presentati dal Cnel, risulta essere mediamente vecchio: a causa dei continui tagli e del blocco del turn over di cui è stato oggetto fino alla pandemia da Covid 19. Questo vale soprattutto per i medici e per quelli di medicina generale in particolare.
La categoria degli infermieri invece si caratterizza principalmente per lo scarso numero: si tratta di 621,3 infermieri ogni 100.000 abitanti nel 2021, a fronte di 1.203,2 in Germania, 858,1 in Francia e 633,9 in Spagna. Considerando anche le ostetriche, il dato più recente relativo al 2022 ammonta a 682,5 unità (+6,6% rispetto al 2019), con una dotazione più elevata al Centro (743,5) e minima nelle Isole (621,6). A livello regionale, tassi più elevati si registrano in Liguria (809,6), PA di Bolzano (831,7), PA di Trento (833,6) e Molise (883,3), mentre sono solo 585,2 in Calabria, 604,0 in Lombardia, 604,7 in Sicilia.
Sara Sacco
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