Schillaci: “Assumeremo 10 mila infermieri indiani. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni agli infermieri”

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Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato l’intenzione di assumere diecimila infermieri dall’India per rafforzare gli organici ospedalieri italiani. O meglio, per tappare le voragini lasciate dalla politica scellerata anti-sanità degli ultimi 20/30 anni.


Nella Legge di Bilancio, afferma, l’obiettivo è ottenere «qualcosa di positivo per il personale sanitario». Tuttavia, per le assunzioni del 2025 chiarisce: «Avevo parlato di un piano pluriennale. Inoltre, le Regioni devono ancora inviarci il loro piano triennale di assunzioni, previsto dal decreto per le liste d’attesa, e comunicarci le risorse necessarie». Gli infermieri italiani, aggiunge, «beneficeranno di una nuova indennità di specificità».


Schillaci approfondisce anche il progetto per il reclutamento degli infermieri indiani, spiegando di aver discusso l’idea con la viceministra della Salute indiana durante il recente G7. «In India ci sono 3,3 milioni di infermieri, un numero elevatissimo. Vorremmo portarne in Italia circa 10 mila, con un reclutamento gestito direttamente dalle Regioni. Alcune, come la Campania, si stanno già muovendo per integrarli negli ospedali. Il nostro ruolo sarà quello di fare da intermediari, ad esempio, per verificare con le autorità consolari la conoscenza della lingua italiana. La loro formazione professionale è valida e qui mancano 30 mila infermieri. Inoltre, in Italia sono tra i meno pagati d’Europa, quindi è necessario adeguare gli stipendi e ampliare le loro mansioni».


Magari fossero solo 30 mila, caro ministro. Comunque…In merito alla spesa farmaceutica, che aumenta di 3 miliardi l’anno, Schillaci chiarisce: «Questa crescita è legata ai nuovi farmaci, sempre più efficaci contro malattie gravi. Il nostro sistema è universale e praticamente unico in Europa, eccetto che per l’Inghilterra; queste terapie le offriamo a tutti. Non intendo privatizzare nulla e difendo l’articolo 32 della Costituzione. È necessario un patto per la salute, basato sulla prevenzione, per mantenere gratuito il sistema e garantire questi farmaci, riducendo il numero di malati attraverso la prevenzione delle patologie evitabili. Le risorse non sono illimitate». Infine, riguardo alle liste d’attesa, conclude: «Alzeremo il tetto di spesa per i privati convenzionati, dove i cittadini possono ricevere cure gratuite. Sono sempre dalla parte dei più deboli. Da quella degli indiani, non dei cowboy».

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Alessio Biondino

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