L’Italia presenta un rapporto tra medici e popolazione in linea con la media europea (4,2 medici ogni 1.000 abitanti), ma registra un deficit significativo di infermieri rispetto agli standard UE (6,5 contro 8,4 ogni 1.000 abitanti). Questo dato emerge dal rapporto Health at a Glance: Europe 2024, pubblicato oggi dall’OCSE a Parigi.
Per affrontare la carenza di personale sanitario medico, l’OCSE ricorda che il governo italiano ha adottato diverse misure: ha sospeso temporaneamente l’età pensionabile obbligatoria di 70 anni per i medici del Servizio Sanitario Nazionale, ha aumentato del 10% il numero di studenti ammessi alle facoltà di medicina tra il 2017 e il 2022 e ha più che raddoppiato i posti disponibili per le specializzazioni grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, secondo il rapporto, l’efficacia di queste iniziative si manifesterà pienamente solo a fine decennio, mentre la carenza di personale nelle specialità meno attrattive, come la medicina d’urgenza e la medicina generale, potrebbe perdurare anche oltre il 2030.
La situazione è però davvero critica per quanto riguarda la professione infermieristica. Le iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica sono diminuite di quasi la metà dal 2012, aggravando ulteriormente la carenza di personale. A questa tendenza si aggiunge l’emigrazione di infermieri italiani verso Paesi che offrono condizioni economiche più vantaggiose. Questo fenomeno alimenta preoccupazioni sulla capacità del sistema sanitario italiano di soddisfare la domanda futura di infermieri. Secondo l’OCSE, per rendere questa professione più attrattiva è essenziale ampliare il ruolo degli infermieri e migliorare le loro condizioni lavorative.
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