Lunedì mattina, 16 dicembre, il presidente nazionale del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, è stato ospite a Uno Mattina (Rai Uno) e ha provato nuovamente a spiegare al pubblico le gravi problematiche che affliggono la nostra professione.
Altro che 65.000 infermieri mancanti, come dichiarato dalla Corte dei Conti: «Si pensi che questo è un numero calcolato con un metodo che tuttavia non dà esatta indicazione di quella che è la carenza» spiega De Palma.
«Secondo il metodo utilizzato è previsto per ogni medico un numero di tre infermieri. Il problema sta nel fatto che il numero di infermieri va calcolato sul bisogno della cittadinanza e quindi sul numero dei cittadini, come si fa nel resto d’Europa. Se noi prendiamo come riferimento questo parametro, il numero di infermieri che serve sale a 175mila se paragonato a tutta l’Europa, sale a 220mila se paragonato ai paesi dell’Unione Europea» evidenzia De Palma.
Sull’arrivo dei 10mila infermieri (definiti “paramedici” dalla giornalista, ma oramai ci siamo abituati) indiani promessi dalla politica come panacea per i problemi della nostra sanità, De Palma è categorico: «Assolutamente no. Gli infermieri mancano un po’ dappertutto, ma gli altri paesi hanno implementato delle politiche di valorizzazione, tanto che prendono gli infermieri italiani e se li portano in casa loro. Come? Con degli stipendi dignitosi».
Sui nostri infermieri all’estero (circa 30mila), il numero uno di Nursing Up sottolinea: «Gli infermieri degli altri paesi d’Europa sicuramente non chiedono di venire in Italia, perché gli stipendi sono al terzultimo posto dell’Europa, quindi se gli altri paesi fanno incetta di infermieri italiani, l’Italia certo non fa incetta di infermieri europei».
Senza infermieri non può esserci salute: «Se questa politica non individua delle politiche di valorizzazione idonee– conclude De Palma – quindi non rivede i contratti degli infermieri che operano in Italia, gli infermieri continueranno a diminuire. E non serve creare delle figure surrogate, come quella dell’assistente infermiere. E non serve far arrivare infermieri dall’estero che non conoscono il nostro idioma e non potranno garantire un’assistenza di qualità. Sostituire gli infermieri italiani che sono dottori in infermieristica con altri soggetti, tutto il rispetto per loro, è molto difficile».
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento