Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, a Milano, in zona Barona, Ivano Cipollaro, 45 anni, infermiere presso l’ospedale San Paolo, è stato vittima di un’aggressione omofoba mentre passeggiava mano nella mano con il suo compagno. Dopo aver subito insulti come «Fate schifo» e «Siete contro Dio e la natura», Cipollaro è stato colpito con un pugno in faccia. La vicenda è stata denunciata dall’uomo attraverso un post sui social: «Siamo stati aggrediti per omofobia… io mi sono beccato un pugno in testa!».
L’episodio si è verificato intorno alla mezzanotte in via Santa Rita da Cascia. Secondo il racconto di Cipollaro, un gruppo di cinque uomini tra i 30 e i 40 anni ha iniziato a insultare la coppia, definendola «contro natura» e usando epiteti omofobi. Quando Ivano ha risposto, uno degli aggressori si è avvicinato in modo minaccioso. Sebbene alcune persone presenti abbiano cercato di intervenire, Cipollaro è stato colpito. Trasportato in codice verde al San Paolo, ha riportato lievi ferite ed è stato dimesso il mattino successivo.
«Non solo a Milano, ma in tutta Italia, episodi simili continuano a verificarsi. Nonostante questo, non ho intenzione di vivere nella paura, e quanto accaduto non cambierà chi sono», ha dichiarato Ivano. Ha poi aggiunto che sporgerà denuncia ai carabinieri, già intervenuti sul posto.
L’accaduto ha suscitato una forte reazione di solidarietà. Alessandro Capelli, segretario metropolitano del PD Milano, ha pubblicato una foto di Ivano e del suo compagno Alfredo scattata poche ore prima dell’aggressione, commentando: «Ivano e Alfredo sono stati aggrediti nella nostra città solo perché si amano. Noi siamo al loro fianco nella lotta contro l’omofobia».
Anche Luca Paladini, consigliere regionale del Patto Civico e amico della coppia, ha sottolineato il crescente clima di violenza e discriminazione contro la comunità LGBTQ+. «Qualcuno alimenta quotidianamente questa situazione. Non possiamo restare in silenzio».
Pierfrancesco Majorino, capogruppo del PD in Regione Lombardia, ha rilanciato la necessità di tornare a discutere del Ddl Zan: «Non possiamo ignorare la specificità delle aggressioni omofobe. Il clima sociale è ormai insostenibile e c’è chi soffia sul fuoco delle discriminazioni».
L’aggressione di Ivano e Alfredo diventa così un simbolo della battaglia per i diritti civili e contro l’odio, ricordando quanto lavoro resti ancora da fare per un futuro più inclusivo e giusto.
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