Esecuzione dell’emocoltura tramite prelievo ematico: raccomandazioni cliniche

Redazione 24/01/25

L’emocoltura è un test diagnostico cruciale per identificare infezioni sistemiche e guidare la terapia antimicrobica, ma la sua efficacia può essere compromessa da errori procedurali, come la contaminazione dei campioni, con conseguenze quali trattamenti antibiotici inappropriati e aumento delle resistenze.

Seguire raccomandazioni cliniche e protocolli standardizzati, adottare tecniche asettiche e gestire correttamente i campioni sono misure essenziali per garantire risultati affidabili, migliorare la gestione clinica e preservare l’efficacia degli antibiotici.

Indice

Che cos’è l’emocoltura?

L’emocoltura è considerata il gold standard nella diagnosi di infezioni batteriche o fungine sistemiche e gioca un ruolo cruciale nella selezione della terapia antimicrobica più appropriata.  Il valore prognostico e diagnostico di questo test di laboratorio può però essere compromesso dalla contaminazione dei flaconi utilizzati per la coltura.

Una contaminazione accidentale può portare a risultati falsamente positivi, che a loro volta possono avere diverse implicazioni cliniche negative. Ad esempio, i pazienti con emocolture contaminate sono spesso sottoposti a trattamenti antibiotici non necessari, con tutti i rischi che ciò comporta, come lo sviluppo di resistenze antimicrobiche e gli effetti collaterali associati all’uso di antibiotici.

È fondamentale sottolineare che, mentre una tecnica di prelievo e manipolazione corretta del campione può ridurre significativamente il rischio di contaminazione, è praticamente impossibile eliminarlo completamente.

Questo sottolinea l’importanza di seguire rigorosamente i protocolli standardizzati per il prelievo, la manipolazione e il trasporto dei campioni di emocoltura, al fine di minimizzare il rischio di contaminazione e garantire la massima affidabilità dei risultati. Per approfondire la tecnica corretta del prelievo venoso ematico, continua nel box qui:

La formazione alla fase preanalitica dell’emocoltura

La fase preanalitica rappresenta un momento cardine per garantire l’accuratezza dei risultati in laboratorio diagnostico, richiedendo al personale sanitario un’attenzione minuziosa e scrupolosa ai dettagli al fine di ridurre al minimo il rischio di errori. È pertanto necessario essere estremamente preparati in questa difficile procedura.

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Le raccomandazioni per una corretta esecuzione dell’emocoltura

L’emocoltura è certamente un test diagnostico di fondamentale importanza per la diagnosi e il trattamento di infezioni sistemiche, ma il suo valore può essere seriamente compromesso dalla contaminazione dei flaconi.

Pertanto, è imperativo adottare tecniche corrette e seguire protocolli rigorosi per minimizzare questo rischio, pur riconoscendo che non può essere completamente eliminato ma ridotto attraverso l’implementazione di una serie di procedure e raccomandazioni da sommare alla corretta procedura di prelievo ematico consigliata nel box appena sopra:

  • Uso dei guanti: l’utilizzo di guanti sterili è raccomandato solo se necessario palpare nuovamente la cute disinfettata per individuare la vena, dopo aver effettuato l’igiene delle mani e l’antisepsi cutanea. In altri casi, guanti non sterili sono accettabili, purché si adotti la tecnica no-touch per evitare la contaminazione del sito di prelievo.
  • Antisepsi: Per garantire un’adeguata antisepsi, utilizzare dispositivo monouso sterile impregnato con clorexidina 2% o iodiopovidone, applicandola sul sito attraverso un movimento centripeto circolare (dal centro verso la periferia con movimento circolare) fino a 10 cm dalla sede di venipuntura per un periodo compreso tra 30 secondi e 3 minuti, a seconda delle indicazioni del disinfettante usato
  • Prelievo: la venipuntura è il metodo preferito per il prelievo di sangue, poiché l’uso di dispositivi di accesso venoso come il CVC è associato a tassi di contaminazione più elevati. Le sedi di prelievo andrebbero effettuati da siti differenti, e non meno di 2 set.
  • Tempistica del prelievo: attualmente non esistono pratiche condivise e chiare sulle tempistiche ottimali del prelievo. Tuttavia, è usuale prelevare il campione durante il picco febbrile, basandosi sul ciclo batteriemico, ma anche se l’indicazione di prelevare durante il picco febbrile è pratica comune, studi recenti sottolineano che la batteriemia può essere rilevata in qualsiasi momento, rendendo meno rilevante il legame con il picco febbrile. L’emocoltura dovrebbe essere effettuata prima della somministrazione di antibiotici, quando la concentrazione batterica nel sangue è presumibilmente più alta.
  • Tecnica: andrebbe standardizzata la tecnica asettica non solo per garantire l’asepsi del sito di prelievo, ma anche per evitare la contaminazione di dispositivi medici come aghi, tappi dei flaconi e sistemi di raccordo vacutainer con alterazione dei risultati dell’esame. Utile applicare tampone disinfettante sulla sommità del flacone del terreno di coltura e rimuoverlo in tempo utile all’asciugatura in prossimità della connessione al dispositivo di prelievo.
  • Volume del campione: alcuni studi hanno mostrato che il rendimento cumulativo di patogeni aumenta con il numero di set di emocolture effettuate. Nonostante ciò, un quarto set di emocolture non è generalmente raccomandato a causa del limitato aumento della sensibilità diagnostica rispetto ai costi e ai rischi associati.
  • Gestione dei flaconi: è raccomandato utilizzare dispositivi per emocoltura altamente efficace come da sistema vacuum (flaconi con terreno di coltura sottovuoto). È importante segnare con un pennarello indelebile il livello ottimale di riempimento del flacone. I diaframmi di gomma dei flaconi devono essere disinfettati con etanolo al 70% o alcool isopropilico. Generalmente, si utilizzano almeno due flaconi per set, uno per microrganismi aerobi e uno per anaerobi. Per evitare l’introduzione dell’aria presente nel dispositivo di prelievo ematico nel flacone per anaerobi, è consigliato effettuare per prima il riempimento del flacone per microrganismi aerobi.
  • Intervallo tra prelievi: anche se molte realtà intervallano i prelievi fino ad un ora uno dall’altra, se è necessario iniziare rapidamente la terapia empirica, i prelievi possono essere effettuati a distanza di qualche decina di minuti.
  • Conservazione e Trasporto: I campioni devono essere inviati al laboratorio entro 1-2 ore dal prelievo e conservati a temperatura ambiente se vi è un ritardo. La temperatura non deve superare i 30°C e i flaconi non devono essere né refrigerati né congelati.

Seguendo queste linee guida e raccomandazioni, si può migliorare notevolmente l’accuratezza e l’efficacia dell’emocoltura, riducendo al minimo i rischi di contaminazione e di trattamenti antibiotici inappropriati. Ma è necessario ricordare a tutti gli operatori l’importanza di seguire protocolli, istruzioni operative e linee guida anche locali vigenti nella propria azienda e unità.

Linee guida e fonti raccomandate:

  • APSI-SIMPIOS. (n.d.). Raccomandazioni APSI-SIMPIOS sull’emocoltura nel paziente settico. [link]
  • Bustreo S., et al.(2021). Le buone pratiche assistenziali per l’esecuzione dell’emocoltura: Una revisione della letteratura. Italian Journal of Nursing. [link]
  • Dolcetti L. (n.d.). Protocollo per l’esecuzione di emocolture. GAVeCeLT [link]

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