Salvato in extremis il progetto di riforma delle professioni sanitarie. Prima che il DDL Prestazioni sanitarie venisse definitivamente approvato, è stata fermata la manina che avrebbe bloccato l’evoluzione promessa ai cittadini e che, nei prossimi decenni, favorirà una risposta concreta ai bisogni dei pazienti più fragili grazie alla collaborazione tra le migliori competenze degli infermieri e quelle dei medici.
DDL Prestazioni sanitarie: si riapre il dibattito sulle competenze avanzate
L’art. 1 del “DDL Prestazioni sanitarie” di prima scrittura, sembrava pronto a chiudere definitivamente la porta alle competenze avanzate degli infermieri, riaffermando la prescrizione come atto esclusivo del medico. Una posizione che avrebbe paralizzato qualsiasi ipotesi di riforma, cancellando sul nascere il percorso verso figure specialistiche e di pratica avanzata già riconosciute in tutta Europa.
A sorpresa, però, l’emendamento della senatrice Murelli ha riaperto uno spiraglio, rivendicando sì la centralità del medico, ma anche il valore delle competenze degli altri professionisti sanitari. L’obiettivo: un sistema multiprofessionale realmente collaborativo.
Un segnale politico importante, che rilancia il dibattito sul ruolo dell’infermiere e sul suo potenziale nella gestione diretta dei bisogni di salute. Blindare la prescrizione significa ignorare anni di evidenze scientifiche, formazione specialistica e modelli internazionali già consolidati.
Sventato lo sgambetto alla professioni sanitarie da parte dei medici modificato Art.1
Come abbiamo prontamente denunciato ieri stesso, (articolo Ddl Prestazioni sanitarie: alcune novità ma medici blindano diagnosi e terapia), il documento presentava un tentativo estremo di ostacolare il prossimo passo legislativo — l’atteso Riordino delle professioni sanitarie — e con esso l’evoluzione professionale di migliaia di infermieri e altri professionisti sanitari.

Fortunatamente come presente su QuotidianoSanità, il testo è stato modificato è presenta una notevole modifica che lascia definitivamente spazio alle possibilità previste dalla riforma. Il testo licenziato è: “Il medico, cui competono la diagnosi, la prognosi e la terapia in merito alla specifica situazione clinica, nei casi in cui prescrive prestazioni di specialistica ambulatoriale, deve attribuire, nel caso di prima visita o di esame diagnostico, l’appropriata classe di priorità e, nel caso di primo accesso o di accessi successivi, indicare il quesito o il sospetto diagnostico.”.
Compete, non compete in maniera esclusiva. Fa un enorme differenza.
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“ECG Facile: dalle basi all’essenziale” di Dario Tobruk, infermiere con esperienza pluriennale in cardiologia e divulgazione medico-scientifica, è un testo che continua a ricevere un numero crescente di recensioni positive su Amazon, per la sua semplicità e chiarezza.
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ECG facile: dalle basi all’essenziale
ECG facile
Quando un infermiere entra in un nuovo contesto lavorativo, viene investito da un’onda di gigantesche proporzioni di protocolli, nozioni, dinamiche, relazioni e migliaia di cose da sapere. Fortunatamente, però, la saggezza professionale insegna che le cose hanno, alla fine, sempre la stessa dinamica: prima è tutto difficile, poi diventa normale, e prima o poi le cose si faranno semplici. È un ciclo che si ripete. Quale che sia il reparto o il servizio, prima si affronterà la montagna e prima si potrà godere della vista incantevole dei picchi a fianco delle nuvole, e scendere a valle soddisfatti del cammino, pronti per la prossima sfida. L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è una di queste sfide. Lo scopo di questo breve manuale è guidare il sanitario, per quanto sia possibile, verso il pendio più semplice da scalare, aiutandolo passo dopo passo ad acquisire gli strumenti per non cedere mai di fronte alle avversità. A differenza dei numerosi manuali di autoapprendimento all’interpretazione dell’ECG disponibili nelle librerie e sul mercato, questo testo non è stato pensato per medici, ma è scritto e pensato per il personale sanitario come l’infermiere o, se volete, il tecnico sanitario perfusionista o di radiologia, che ogni giorno si confrontano con questo meraviglioso strumento di indagine. Il manuale tra le vostre mani ha il solo scopo di farvi sviluppare un unico superpotere: saper discriminare un tracciato normale da uno patologico, sapere quando dovrete segnalarlo al medico, e possibilmente salvare la vita del paziente. Scusate se è poco! Dario Tobruk Infermiere di area critica, ha lavorato in Cardiologia e UTIC e si è specializzato in ambito cardiologico. Da sempre persegue l’obiettivo di occuparsi di informazione, divulgazione e comunicazione medico-scientifica. In collaborazione con la casa editrice Maggioli, ha fondato dimensioneinfermiere. it, che tuttora dirige.
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Le reazioni smarrita di Annao Assomed
“Scongiurata paralisi“, commenta Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, dopo il passo indietro del governo sull’articolo 1 del DDL Prestazioni sanitarie. Il testo, così com’era formulato inizialmente, avrebbe affidato in via esclusiva al medico diagnosi, prognosi e terapia, escludendo di fatto gli altri professionisti sanitari dai percorsi di presa in carico e gestione del paziente.
Una norma così rigida avrebbe infatti legato le mani agli infermieri e bloccato sul nascere ogni evoluzione delle competenze, spiega Bottega –. Il sindacato accoglie con favore questa “retromarcia di buon senso“.
Non l’hanno presa bene i sindacati medici, in particolare Anaao-Assomed, che parlano apertamente di un colpo alla professione.
La reazione smarrita del sindacato sul fatto che il “furto della professione medica e le sue conseguenze non fanno notizia, ma sono fonte di preoccupazione per il futuro del servizio sanitario“, scrivono in una nota ufficiale.
Pierino Di Silverio, segretario del sindacato, sottolinea come sia “preoccupante estendere l’atto medico agli altri professionisti sanitari“, pur ammettendo nella stessa nota che al momento non esiste una definizione normativa condivisa di “atto medico” su cui basare l’esclusività della competenza.
Una contraddizione non da poco, soprattutto in un sistema sanitario che vuole attribuire agli OSS funzioni parainfermieristiche tramite l’introduzione dell’Assistente Infermiere.
Se è possibile ampliare verso il basso il campo delle competenze (downskilling), non si capisce perché sia considerato pericoloso estenderle anche verso l’alto (upskilling).
L’infermiere, con una formazione strutturata e accademica, potrebbe benissimo accedere a competenze prescrittive – come già avviene in molti Paesi con sistemi sanitari più evoluti – garantendo una risposta più tempestiva, autonoma e competente ai bisogni di salute della popolazione.
Il vero rischio, più che nel “furto” delle competenze, sembra stare nella conservazione di un modello professionale rigido, che crea gerarchie dove servirebbero invece sinergie. In un contesto sanitario moderno, si parla come se fossimo all’attacco di gilde corporative, quando sono decenni che viviamo in un paese sempre più anziano, in un mercato liberale e sempre più digitale.
È tempo di svegliarsi tutti. Il mondo corre, e noi rischiamo di non stare al passo.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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