Indice
- Cosa sono gli antisettici?
- A cosa serve un antisettico?
- Perché usare gli antisettici?
- Perché non usare gli antisettici?
- Quando usare gli antisettici?
- Qual è la differenza tra antisettico e disinfettante?
- Come capire se una ferita è infetta?
- Cosa fare se una ferita è infetta?
- Quali sono i prodotti antisettici per la disinfezione delle ferite?
- Fonti e approfondimenti
Cosa sono gli antisettici?
Idealmente un antisettico dovrebbe avere un’azione selettiva sui patogeni, senza mostrare tossicità o effetti dannosi all’organismo. Purtroppo ciò non è così, e quando si sceglie un antisettico piuttosto che un altro andrebbero considerati un certo numero di fattori.
A cosa serve un antisettico?
Rispetto agli antibiotici che agiscono su particolari popolazioni microbiche, gli antisettici sono generalmente in grado di agire su un ampio spettro di microorganismi, ma come i primi anche gli antisettici sono in grado di provocare resistenze nelle popolazioni infettanti e la loro efficacia e sicurezza è ancora messa in discussione dall’assenza di solide prove di efficacia.
Perché usare gli antisettici?
La disinfezione del letto della ferita è efficace in quanto elimina ciò che provoca l’infiammazione (l’infezione) e la ferita può tornare al suo processo di riparazione fisiologico del tessuto.
Un altro motivo per preferire gli antisettici è che, seppure non siano esenti dai fenomeni della resistenza batterica, rispetto a quella provocata dagli antibiotici è nettamente inferiore. Inoltre, nella maggior parte dei casi, l’utilizzo degli antisettici è sufficiente per controllare la contaminazione batterica e non rendere necessario l’uso di antibioticoterapia sistemica.
Inoltre, seppure non hanno selettività batterica come gli antibiotici, sono efficaci contro batteri miceti protozoi ed endospore inclusi batteri di difficile trattamento antibiotico (MRSA).
Perché non usare gli antisettici?
Quando usare gli antisettici?
In conclusione, le soluzioni antisettiche nel wound care dovrebbero essere utilizzate in modo selettivo, stabilendo se il possibile effetto tossico sia controbilanciato dal possibile vantaggio legato all’azione antimicrobica.
Qualche autore, consiglia l’uso solo per quelle ferite in cui la gestione della carica batterica abbia una priorità maggiore rispetto alla stimolazione della guarigione, o persino di riservarne l’uso per le ulcere senza aspettative di guarigione.
Qual è la differenza tra antisettico e disinfettante?
Come capire se una ferita è infetta?
- con contaminazione della ferita viene definita la presenza di microrganismi nella lesione che non si replicano attivamente;
- con colonizzazione della ferita si definisce la replicazione attiva di organismi aderenti alla lesione ma che non provocano danno all’ospite;
- con infezione della ferita definiamo la presenza di microrganismi in attiva replicazione all’interno di una lesione, con conseguente danno all’ospite.
I segni dell’infezione conclamata della ferita sono molteplici ma tra i più comuni possiamo indicare: gonfiore, tumefazione e arrossamento della cute perilesionale, cattivo odore e dolore, essudato abbondante e purulento, tessuto fragile che tende a sanguinare, aumento delle dimensioni della lesione e, in caso di disseminazione a livello sistemico (sepsi), potranno presentarsi altri segni come febbre e tachicardia, fino allo shock settico.
Cosa fare se una ferita è infetta?
Oltre a ciò sarà necessario trattare e correggere anche tutte le cause concomitanti che inficiano le performance di auto-guarigione del paziente come il controllo della glicemia e del diabete, una corretta nutrizione, la gestione delle insufficienze vascolari, un’adeguata igiene e così via.
In alcuni casi selezionati, nonostante ricerche ed evidenze ormai lo sconsigliano da diversi anni, potrebbe essere richiesto d’eseguire un tampone colturale della ferita o, in caso di segni sistemici di infezione, ancora un esame colturale del sangue per verificare se necessario la somministrazione di un’adeguata terapia antibiotica.
Per quanto riguarda la pratica della disinfezione della ferita, esistono diverse discordanze che impediscono un consenso unanime nella scelta e nell’uso degli antisettici e le stesse linee guida internazionali non dissipano i dubbi degli operatori.
La pratica della disinfezione delle lesioni è caratterizzata dalla mancanza di un condiviso consenso scientifico sia riguardo gli agenti antisettici che le modalità e i tempi di applicazione; inoltre né infermieri né medici possono contare su linee guida internazionali in grado di dirimere i dubbi che spesso assillano gli operatori nella gestione quotidiana di ferite sporche o contaminate.
L’organizzazione internazionale EPUAP (European Pressure Ulcer Advisory Panel) afferma che gli antisettici non dovrebbero essere in maniera routinaria per detergere e disinfettare le ulcere ma andrebbero presi in considerazione soprattutto quando la carica batterica deve essere gestita. E dovrebbero essere utilizzati solo per il periodo necessario a ridurre la flogosi perilesionale e migliorare la detersione dell’ulcera (evidenza C).
Quali sono i prodotti antisettici per la disinfezione delle ferite?
Fonti e approfondimenti
- Caula C. L’ulcera infetta: riconoscimento e gestione infermiereistica (in) Caula C, Apostoli A. Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche. Maggioli Editore, 2018. [libro in fondo all’articolo]
- Badino G, Fattori A, Nurchis C, Paggi B. Detersione e Antisepsi: cosa sapere e ricordare per la buona pratica clinica. Wound Care Pills (AISLEC) [Link]
- Finzi G. et al. Linee guida per il corretto utilizzo degli antisettici – disinfettanti. Edicom, Milano. [Link]
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram)
La valutazione del paziente con ulcere croniche
La valutazione del paziente con ulcere croniche
Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Claudia Caula – Alberto Apostoli – Angela Libardi | Maggioli Editore 2018
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