Cosa fa un Infermiere specialista? Intervista a Ilaria, Diabetic Specialist Nurse

Cosa fa un Infermiere specialista in diabetologia (Diabetic Specialist Nurse): intervista a Ilaria, infermiera italiana dal 2014 in Inghilterra, dove le funzioni avanzate sono già realtà.

Sara Isopi 18/11/19
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Ilaria, in Inghilterra dal 2014, ha sviluppato la sua carriera infermieristica nel paese anglosassone diventando Diabetic Specialist Nurse, Infermiere specialista. Il suo campo d’azione è la diabetologia e in questa intervista ci racconta cosa vuol dire svolgere funzioni specialistiche. Riservata e per nulla interessata alla visibilità mediatica, ci concede questa intervista per parlare della sua esperienza.

Cosa fa un Infermiere specialista? Intervista a Ilaria, Diabetic Specialist Nurse

Ilaria in Inghilterra ti sei affermata come Infermiere specialista, ma come è iniziata la tua avventura in Inghilterra come Diabetic Specialist Nurse?

La mia avventura inglese è cominciata circa 10 mesi dopo la laurea in Infermieristica. Non è mai stata mia intenzione rimanere in Italia. Appena un anno prima della mia iscrizione al corso di laurea in Infermieristica ero rientrata dalla Germania e non credo di essermi mai riadattata a vivere in Italia. Ho lavorato brevemente in Italia, ma solo per guadagnare abbastanza soldi per potermi trasferire in Inghilterra.

Molti colleghi sono attratti da un’esperienza lavorativa all’ estero, ma sono preoccupati per i requisiti linguistici. Come è stato l’impatto con la lingua inglese?

La mia esperienza è un po’ particolare. Vengo, infatti, da un precedente percorso universitario in Lingue e letterature straniere. Ho sempre letto e studiato testi infermieristici in lingua inglese, perché facilmente reperibili in rete. Ho solo dovuto affinare la lingua di tutti i giorni e i vari accenti. Mi rendo conto che in questo il mio percorso è stato facilitato rispetto a quello di altri colleghi.

Quali pensi che siano le differenze tra l’infermieristica italiana e quella inglese?

Come già detto, non ho avuto un’esperienza professionale così estesa, in Italia, da poter dare una valutazione approfondita. Di certo posso dire che qui ho raggiunto un ruolo che non trova un corrispettivo italiano. In Italia, infatti, i ruoli infermieristici sono ancora limitati al ruolo di reparto, all’ADI (Assistenza domiciliare integrata) e al coordinamento. In Inghilterra c’è molta più varietà. Quando si sale al di sopra del band 5 (Staff Nurse o District Nurse se parliamo di comunità), si possono assumere ruoli e funzioni sia manageriali che di specialità clinica. I ruoli clinici si fermano al band 8 con la figura del Nurse Consultant, mentre quelli manageriali arrivano al band 9.

(Per Band nel sistema sanitario inglese si intendono le mansioni e i rispettivi livelli salariali applicabili a una categoria professionale. Le fasce di retribuzione che vengono attribuite agli infermieri vanno dalla 5 alla 9 e i salari oscillano dalle 22.128 sterline annue lorde per un neolaureato, pari a circa 25.820 euro lordi, alle 100.431 per un manager con esperienza pluriennale, equivalenti a 117.190 euro annui lordi. N.d.A.).

Ad oggi sei diventata un Infermiere specializzato. Ci puoi spiegare cosa fa un Diabetic specialist nurse?

Al momento mi occupo di outpatients (pazienti non ricoverati). Ho il mio caseload di pazienti con diabete di tipo 1, 2 e qualche caso di MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), genetico. Seguo questi pazienti, pianifico la loro assistenza con interventi di lifestyle e coinvolgo altre figure specializzate, come il dietista e il podologo. Consiglio ai medici di base (GP) i dosaggi dei loro farmaci e propongo di iniziare nuove terapie. Ho un ruolo educativo, per cui insegno alle persone con nuova diagnosi come monitorare la glicemia, come iniettare l’insulina, come trattare le ipoglicemie, come applicare il protocollo denominato sick day rules per la gestione delle glicemie e dei chetoni nel diabete di tipo 1. Mi occupo anche di microinfusori ad insulina.

Questo è solo un elenco dei mie compiti e non rendono l’idea del lavoro che svolgo quotidianamente e delle mie responsabilità. È un lavoro di care planning molto difficile da spiegare e, come detto, senza analoghi nel mondo infermieristico italiano.

Ci descriveresti la tua giornata tipo come Infermiere specialista?

Come Diabetic Specialist Nurse, lavoro 9 ore e mezza al giorno, 4 giorni la settimana. Al mio arrivo al Diabetes centre, prendo posto nello studio assegnatomi per quel giorno. Trovo ad attendermi le cartelle cliniche dei pazienti che devo visitare quel giorno (la visita per un follow up ha una durata di mezz’ora, mentre quella per un nuovo paziente è di un’ora). Durante questo lasso temporale faccio un assessment generale e valuto le analisi del sangue (emoglobina glicata, funzione renale, funzione epatica, etc.) e faccio un controllo incrociato con i dati della glicemia, che dal glucometro vengono scaricati su una piattaforma dedicata.  Sulla base di questi elementi si concorda con il paziente cosa è migliorabile e lo si pianifica, con eventuali cambiamenti di terapia ed eventuale educazione da impartire. Finiti i pazienti, curo la corrispondenza con i medici di base, telefono ai pazienti che hanno bisogno di particolare supporto e rispondo alle e-mail dei pazienti.

Il lavoro all’estero

Questo Manuale propone una chiave di lettura utile ad interpretare le disposizioni di legge, gli accordi e le convenzioni internazionali, riguardanti la complessa tematica dei lavoratori all’estero. Con oltre 300 domande e risposte sul rapporto di lavoro estero, il testo è il frutto di una raccolta ragionata e sistematica delle questioni più dibattute, derivanti dalle esigenze reali dei lettori del blog e forum di FISCOeTASSE, il portale di riferimento in materia fiscale. L’opera tiene conto degli incentivi fiscali riconosciuti ai lavoratori operanti all’estero che rientrano in Italia e del Decreto sull’applicazione delle retribuzioni convenzionali(pubblicato in G.U. del 18 gennaio 2018) e relative istruzioni operative, contenute nella Circolare Inps n. 16 del 29 gennaio 2018. LUIGI RODELLA Consulente del lavoro. Da oltre vent’anni si occupa della gestione del “rapporto di lavoro estero”, collaborando con Istituti di formazione alla redazione di pubblicazioni, all’attività di formazione e di consulenza sugli expatriates. In importante Gruppo industriale italiano, ha ricoperto il ruolo di Responsabile di “Amministrazione dirigenti e compensation”. Successivamente, come professionista, ha assistito Commissari governativi alla definizione di processi di ristrutturazione, che prevedevano la cessione e la ricollocazione dei lavoratori in esubero.

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Quanto guadagna un Infermiere specialista a inizio e a fine carriera?

Gli Specialist Nurses band 7 guadagnano dalle 37.750 alle 43.772 sterline lorde annuali. (Tra 44.049 e 51.076 euro lordi annuali. N.d.A.)

Hai ricevuto una formazione particolare per lavorare come Infermiere specialista?

L’ospedale mi ha finanziato un corso universitario specialistico in diabete per diventare Diabetic Specialist Nurse.

Sei al corrente delle polemiche in Italia sulle funzioni avanzate degli infermieri specialisti? Che cosa ne pensi?

Sono convinta che gli infermieri possano essere un’enorme risorsa per il paese e che la professione infermieristica italiana debba ancora sbocciare. Nel Regno Unito non percepisco nessuna diatriba riguardo al fatto che figure cliniche non mediche possano diventare prescrittori. I diabetologi con cui lavoro sono ben contenti di poter delegare pazienti non acuti e non scompensati allo Diabetic Specialist Nurse.

Cosa pensi che manca all‘infermieristica italiana?

Penso manchi riconoscimento sociale e finanziario. Abbiamo una formazione universitaria che prepara gli infermieri ad un ruolo avanzato che in Italia non esiste.

Cosa consiglieresti a chi vuol provare un’esperienza all’estero?

Consiglierei di farlo senza timore. Anche se dovesse essere destinata a rimanere solo temporanea, è un’esperienza che apre la mente. Il mio consiglio è, però, di aspettarsi un Sistema Sanitario totalmente differente e ciò potrebbe anche sconvolgere all‘inizio. Dopo un po’ tutto acquista senso. Qui nel Regno Unito non esiste, solo per citare un esempio, il “qui si è fatto sempre così”. Tutto è molto Evidence-based.

Un’ultima domanda: torneresti in Italia?

Ti risponderò dicendoti che non sono più iscritta all’ordine professionale italiano da qualche anno. Rientrare non è nei miei piani. Il mio lavoro in Italia non esiste nemmeno e non credo potrei mai riadattarmi, proprio come mi era già successo dopo la Germania.

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Sara Isopi

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