Naturalmente non bisogna abbassare mai la guardia. Abbiamo evitato di tornare indietro di 30 anni a quando la formazione non era neppure universitaria, ma pensare che questo sia un punto d’arrivo sarebbe un grave errore. Questo è e sarà un punto di partenza. In questo momento storico gli Infermieri hanno grande risalto mediatico e dell’opinione pubblica. Occorre far capire ovunque e a tutti che ci siamo e cosa facciamo.
La sola e semplice abrogazione di quanto era stato scritto in una norma a dir poco “vergognosa” non è sufficiente e questo perché la stragrande maggioranza delle Università italiane non ha in organico professori Med/45. Lo scandalo, se così si può dire, è che nei più dei 200 corsi di Laurea in Infermieristica attivi attualmente in Italia, i 2/3 degli insegnamenti riguardano “giustamente” discipline afferenti proprio al settore scientifico disciplinare MED45. Vi sono tuttavia pochi colleghi titolari che svolgono le attività didattiche stabilmente come professione abituale di professore o ricercatore incardinati all’interno delle Università.
Sembrerebbe non essere un problema, ma se è vero come si dice da più parti, che l’emergenza Covid ha dimostrato all’Italia e al mondo intero che gli Infermieri italiani sono professionisti competenti, responsabili, umani, dovremmo cercare di far valere le legittime istanze di di trasformazione, evoluzione e ammodernamento della professione ovunque e sempre, in coerenza con questo primo passo.
Gaetano Romigi – Vice Presidente Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica)
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