Continua a far discutere quanto sta avvenendo in Puglia dove alcuni esponenti politici, sollecitati dalle rappresentanze degli Enti gestori delle RSA, hanno proposto di modificare il regolamento regionale sui requisiti di accreditamento delle RSA, di fatto ipotizzando la ‘sostituzione’ degli Infermieri con OSS specializzati.
Galante, Sileri e gli OPI dicono no
Sulla questione c’è stato un nuovo vagito del consigliere del M5S Marco Galante, affidato alla testata Brindisi libera.it:
“Non si può far fronte alla carenza di personale infermieristico nelle RSA ‘sostituendolo’ con OSS specializzati, giustificando questa scelta con l’emergenza in corso.
A confermare la posizione che ho più volte sostenuto sia in Consiglio che in Commissione sono arrivate oggi le parole del Sottosegretario Sileri (VEDI) rispondendo a un’interpellanza su una delibera adottata dalla Regione Veneto sul percorso di formazione complementare degli OSS.
Il Sottosegretario ha chiaramente detto che non si possono estendere i limiti degli OSS oltre quelli previsti e non si possono sovrapporre la figura dell’OSS e quella dell’infermiere.
Anche in Puglia l’OPI regionale ha espresso le stesse preoccupazioni ed espresso la richiesta di un’audizione in III Commissione, di cui mi farò portatore con il presidente Vizzino.”
Già, perché la reazione degli OPI della Regione, affidata ad una nota al vetriolo, si è tradotta in una diffida all’Assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco, alla Terza Commissione Sanità del Consiglio regionale e al Dipartimento salute, dall’apportare qualsiasi modifica al regolamento regionale che modifichi l’assetto organizzativo delle RSA col fine di attribuire agli OSSS compiti e responsabilità che, per legge, sono attribuiti agli Infermieri.
‘Serve salvaguardare operatori sanitari e pazienti’
“Capiamo la necessità di arginare il cosiddetto ‘esodo’ degli infermieri dal privato al pubblico, anche solo per contratti di pochi mesi, ma serve salvaguardare sia gli operatori sanitari che i pazienti.
OSS e infermieri hanno competenze diverse, che devono integrarsi nei percorsi di cura per garantire la migliore assistenza e non si può chiedere agli OSS specializzati di farsi carico di maggiori responsabilità a fronte di trattamenti economici adeguati, e aggravando ulteriormente il carico di lavoro sugli infermieri rimasti, che a quel punto sarebbero costretti ad andarsene.
Sappiamo che la situazione è frutto di una ormai cronica carenza di infermieri, ma non possiamo restare immobili e rischiare il collasso nelle RSA e serve cercare soluzioni immediate.
‘Equiparare tutele, stipendi e togliere il vincolo d’esclusività!’
Bisogna equiparare gli stipendi e le tutele contrattuali del personale sanitario che opera nelle strutture private con quelli di chi lavora nel pubblico e prevedere l’eliminazione dell’obbligo del rapporto esclusivo per gli infermieri che lavorano negli ospedali, dando loro la possibilità di lavorare in extramoenia.
Solo così potremo dare una prima all’emergenza in corso e far sì che le persone più fragili nelle strutture residenziali si vedano garantire il diritto alla migliore assistenza” ha concluso Galante.
Conclusioni
È evidente come, dopo anni di leggi in materia di Professioni sanitarie, siano ancora in parecchi a non avere la più pallida idea di chi siano gli infermieri oggi nel nostro SSN, di chi siano gli OSS e di che cosa sia l’intera normativa in materia di Professioni sanitarie.
Perciò… Prima di avere chissà quali idee geniali per far fronte alla situazione attuale e, soprattutto, prima di sbandierarle ai quattro venti proponendo addirittura modificazioni ai regolamenti vigenti, non sarebbe il caso di aggiornarsi adeguatamente? Sempre che si vogliano davvero risolvere i tanti problemi (molti dei quali cronici) dovuti all’emergenza Covid, ovviamente.
Autore: Alessio Biondino
Anche il Sottosegretario Salute Sileri contro la Delibera OSS del Veneto
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