Un inutile certificato
L’infermiere aveva sì presentato un certificato medico attestante diverse patologie ritenute incompatibili con il vaccino anti Covid, ma… Evidentemente ciò non è bastato. Come spiegato dal direttore generale dell’Asl Brindisi Giuseppe Pasqualone a BrindisiReport: “Ma noi stiamo vaccinando qualsiasi tipo di soggetto con qualsiasi tipo di patologia. Questo certificato medico ha decretato proprio un passaggio più immediato alla sospensione, perché è chiaro che non potendo chiedere un giudizio di idoneità o che l’operatore si vaccini, non posso farlo rientrare in servizio”.
‘Un sanitario non ha fatto un concorso per fare l’amministrativo’
Come mai un provvedimento così drastico? Non era possibile spostare momentaneamente il lavoratore ad altre mansioni in ambito sanitario, così come riportato nel decreto? Assolutamente no, secondo Pasqualone: “Non riesco a capire come un sanitario non possa rendersi conto che non possa fare altro che il sanitario. Il nostro Dvr (documento di valutazione dei rischi, ndr) prevede che tutte le aree sanitarie siano ad alto rischio di infezione da Sars-Cov2. Alternative non ce ne sono. Un sanitario non ha fatto un concorso per fare l’amministrativo, così come io non posso fare il medico”.
E intanto, come annunciato dal direttore, altri quattro infermieri della Asl saranno diffidati oggi. A differenza del collega sospeso, però, non avendo ancora prodotto un certificato medico che palesi una eventuale inidoneità al vaccino, la loro posizione sarà valutata da medico competente designato dall’Asl.
‘Tra ferie e malattia se la sono scampata tutta la pandemia’
“Noi abbiamo interpretato così la norma. Pensiamo che la ratio sia quella di far fare alla gente le mansioni per le quali è stata assunta. La totalità dei colleghi si sono vaccinati e si stanno sacrificando. Queste persone invece fra ferie e malattie se la sono scampata tutta la pandemia. Se ora li mettiamo pure a fare gli amministrativi penso che sia un’offesa a chi si è sacrificato oltremodo. Abbiamo rispettato le norme, non solo il decreto legge, ma anche quelle del pubblico impiego e sulla sicurezza dei posti di lavoro, che sono anche prevalenti secondo me, e abbiamo preso questo provvedimento: un provvedimento forte ma non poteva essere diversamente. Qualcuno banalizza, mi dispiace dirlo, però io non lo faccio” ha concluso il direttore generale.
Il precedente di Belluno
Una situazione simile si è recentemente verificata a Belluno (VEDI), dove il Tribunale ha respinto il ricorso di otto operatori sanitari costretti a ‘ferie forzate’ dalle aziende di appartenenza: sono stati anche loro sospesi senza retribuzione, in quanto “il tribunale dichiara prevalente sulla libertà di chi non vuole vaccinarsi il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e con gli operatori di interesse sanitario, in quanto bisognosi di cure”.
Autore: Alessio Biondino
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