Perché i giudici hanno fermato il vaccino italiano Reithera?

Dario Tobruk 19/05/21

I giudici della Corte dei Conti hanno bloccato i finanziamenti per lo sviluppo della fase 3 del vaccino italiano Reithera. Negati 81 milioni di euro dalle casse dello stato. Per conoscere le motivazioni della sentenza dovremmo attendere ancora 30 giorni, ma alcune ombre sui finanziamenti mettono a rischio il futuro del progetto.

Perché i giudici hanno fermato il vaccino italiano Reithera

Nato dall’accordo tra l’azienda biotech italiana Reithera e l’agenzia Invitalia (diretta dall’ ex-commissario Domenico Arcuri), Grad-Cov-2, il vaccino italiano prodotto con la collaborazione dello Spallanzani, ha appena superato la fase 2 ed era in procinto di partire con la fase 3 della sperimentazione. Fase della ricerca finanziata con ben 81 milioni di euro provenienti dai contribuenti ma che la Corte dei Conti e i suoi giudici, hanno negato, bloccando di fatto la prosecuzione dei test. Saranno necessari i canonici 30 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza, ma alcuni rumors e alcune indiscrezioni, già parlano di irregolarità burocratiche nelle selezioni del progetto ed erogazione dei fondi. Problema non da poco, in quanto il progetto del vaccino italiano, era già in bilico anche sull’efficacia scientifica, in quanto già predetto che non sarebbe stato più efficace di molti altri vaccini già approvati e ormai facilmente approvvigionabili, come l’Astrazeneca.

Perché fare un vaccino italiano?

Lo scopo di un vaccino italiano, secondo i piani dell’ormai ex-commissario Arcuri, era di poter disporre liberamente di un vaccino di nostra produzione senza essere soggetti ai ricatti commerciali e politici di altre Big Pharma. Nobile intenzione ma di difficile realizzazione, in Italia. L’azienda che lavora sul vaccino Reithera è composta da un team di ricercatori e manager di grande esperienza, con produzione di vaccini efficaci contro altre forme virali come l’ebola. L’esperienza maturata dall’azienda ha permesso in poco tempo di candidare la sperimentazione del vaccino Grad-Cov-2 e di farsi autorizzare dall’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) per la sperimentazione umana.

Quali sono i problemi del vaccino italiano?

Superati molteplici problemi burocratici e finanziari, Arcuri riesce a garantire a gennaio, attraverso una “serie di facili e snelli rapporti personali tra molte delle persone individuate e anche la collaborazione con la struttura commissariale”, la garanzia dei soldi necessari, tra cui gli 81 milioni dalle casse dello stato.

Fondi necessari per una ricerca comunque molto indietro rispetto ad altre aziende biotech come la Pfizer e Moderna che hanno già messo in circolo milioni di dosi con vaccini autorizzati dalle agenzie internazionali (EMA) e stabilmente sul mercato da mesi.

Molte ombre si sono abbattute sul progetto di un vaccino italiano, a partire da grossi nomi del settore come l’immunologa Antonella Viola o il microbiologo Enrico Bucci che considerano le premesse dei primi risultati come insoddisfacenti per giustificare un investimento cospicuo in un vaccino che usa una tecnologia a vettore adenovirus, meno efficace rispetto a quelli a mRna (Pfizer e Moderna). Il ritardo di un improbabile arrivo sul territorio, comporterà comunque dei risultati deludenti, visto che i vaccini di questo genere risultano meno efficaci nel periodo di richiamo: l’unica destinazione ormai rimasta ad un vaccino in ritardo, che usa una tecnologia inefficace e che non ha ancora nemmeno risolto tutti i suoi problemi finanziari e scientifici. Prova di queste remore, è il fatto che lo Spallanzani da principale sostegno nei trial clinici si è estraniato dalla sperimentazione proseguendo solo formalmente i dati tutt’ora raccolti.

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Quale sarà il destino del vaccino italiano?

La decisione della Corte dei Conti ha del tutto spento le ambizioni dei promotori del vaccino Reithera, e seppur parte della politica (MISE e Salute) sembra non perdere la speranza, attendendo il deposito della sentenza ed eventualmente rimediare agli errori, le parole del attuale commissario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, pongono un freno all’entusiasmo, riportando il progetto ad una minore priorità, dichiarando in una recente conferenza stampa: “Sul tema Reithera c’è stato lo stop del finanziamento perché la società sta aspettando lo scientific advice dell’Ema che è la conditio sine qua non per andare alla terza fase. È chiaro che è importantissimo avere autonomia di produrre vaccini ma ai fini della campagna vaccinale abbiamo 4 vaccini, presto 5 con l’arrivo del tedesco Curevac, che chiaramente ci mette al sicuro per le somministrazioni. Il nostro vaccino Reithera è più in un ottica di medio e lungo termine ed è fortemente attenzionato dal ministero dello Sviluppo economico”. Ma l’azienda Reithera non smette di crederci e dichiara “Reithera continua, come prima e più di prima, con determinazione ed impegno a credere nel progetto“. Nemmeno il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, sembra voler cedere, e dichiara, su fonte ANSA: “il governo continuerà ad andare avanti nella ricerca“, “Lo farà magari in forme diverse rispetto alla forma usata in passato“, “se quel modo non va bene, ce ne saranno altri e lo saprete a breve“.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

Fonte: Wired.it; ANSA.it

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