Obbligo vaccinale, partono le sospensioni delle Asl per i 45.753 sanitari ‘ribelli’

“Incredibile, doloroso ma indispensabile per la sicurezza dei pazienti. Forse bisognerebbe guidare tutti questi sanitari verso un lavoro differente, più adatto a loro“.

È così che il noto virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, ha commentato su Twitter la notizia dei primi provvedimenti da parte delle Asl e Usl di tutto il paese ai danni degli operatori sanitari che non si sono vaccinati contro la Covid-19.

Un esercito di ‘no vax’?

Sarebbero ben 45.753, infatti, quelli “in attesa di prima dose o dose unica” di vaccino, secondo i dati pubblicati dalla struttura del commissario per l’emergenza Covid-19. Il 2,3% del totale su 1,9 milioni di operatori sanitari che lavorano nel bel paese.

E per loro, a due mesi dal decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale anti-Covid per i professionisti della sanità, sono arrivate le prime sospensioni visto che gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno finalmente fornito i nominativi di tutti i medici e gli infermieri ‘ribelli’.

Le regioni d’Italia meno ‘virtuose’ sarebbero Puglia e Sicilia (entrambe col 6,5% di operatori non vaccinati), ma soprattutto l’Emilia Romagna con ben 14.000 sanitari coinvolti (l’8% del totale).

Giurdanella (Opi Bologna): “C’è una deontologia e va rispettata”

Su questi numeri si è così espresso Pietro Giurdanella, presidente dell’Ordine degli infermieri della provincia di Bologna: “Dobbiamo fare una riflessione, dai dati delle tabelle dell’ultimo report ci sono alcune Regioni che hanno zero nella tabella degli operatori sanitari non vaccinati, mi pare davvero strano.

Poi voglio dire che è possibile che alcuni colleghi non possano fare il vaccino anti-Covid per motivi di salute, immunodepressi o pazienti ematologici. In questi mesi al nostro Ordine sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi, ad esempio chi lavora per l’Inps.

Detto questo noi abbiamo sempre detto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull’obbligo, c’è una deontologia che va rispettata. Al momento, ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti ad intervenire“.

Palermo (Anaao-Assomed): “Inaccettabile non vaccinarsi”

Anche Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed (il sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale) non ha fatto mancare il suo punto di vista sulla questione: In Italia i medici non vaccinati sono davvero pochissimi.[…]. Quando lo scorso anno qualcuno diceva che la percentuale dei medici ‘no-vax’ poteva arrivare anche al 20%, io ho sempre detto che non era possibile.

Chi è stato in prima linea e ha visto in faccia il virus e la malattia ha pochi dubbi, se non nessuno. Per chi è dipendente del Ssn, è inaccettabile non vaccinarsi e su questo siamo sempre stati chiari. La questione sicurezza nei confronti dei cittadini è fondamentale, soprattutto oggi che gli ospedali devono tornare a essere pienamente operativi.

Dobbiamo ricordarci che abbiamo un’altra epidemia da affrontare ed è quella dei malati non Covid.[…]. Se gli operatori sanitari non si vaccinano mettono a repentaglio la ripresa delle visite e degli interventi, perché la legge prevede che chi non è immunizzato può essere spostato ad altro incarico non a contatto con il pubblico o di finire sospeso a casa“.

Autore: Alessio Biondino

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