Ultimamente, in sanità, per risolvere i problemi cronici di cui non si è voluto occupare nessuno per decenni, si sta andando avanti a colpi di genio. Di quelli roboanti, sensazionali, annunciati come altamente risolutivi da parte di chi li pensa. Ma che poi, puntualmente, dopo aver alzato un gigantesco polverone, sfociano in un bel nulla.
Tanta, troppa confusione
Di sicuro, però, un obiettivo lo raggiungono: confondere all’ennesima potenza i cittadini. Ne sono un esempio: gli OSS che con qualche ora di corso acquisiscono competenze infermieristiche (VEDI), i medici che vengono ‘promossi’ a coordinatori infermieristici non si sa bene in base a quale criterio (VEDI), i candidati sindaci che sparano castronerie per ottenere consensi (“Prendiamo 30.000 nullafacenti e facciamogli fare un corso da infermieri”, VEDI) e addirittura gli infermieri che potrebbero mettersi a fare le guardie mediche turistiche (VEDI).
La carenza di infermieri
L’ultima perla, descritta dalla Gazzetta di Reggio, arriva per l’appunto da Reggio Emilia, dove la Ausl non dispone di personale infermieristico da poter destinare alla casa residenziale per anziani ‘Le Radici’ di Poviglio e c’è chi ‘sta ragionando’ per creare una nuova figura in grado di far fronte all’emergenza attuale, ma che sarà utilissima nella sanità del futuro.
La situazione della struttura, come spiegato da Renzo Bergamini (presidente dell’assemblea dei soci dell’Asp Progetto Persona di cui Le Radici fa parte) a seguito di un incontro con la direttrice dell’Ausl di Reggio Emilia Cristina Marchesi, è piuttosto complicata: “Oltre al sacrosanto diritto di concedere un periodo di ferie a chi, per un anno e mezzo, ha lavorato in prima linea per la pandemia molti infermieri sono ancora impegnati nella campagna vaccinale anti-Covid.
Bisogna anche tenere presente che alcuni medici e infermieri che hanno dichiarato di non volersi vaccinare potranno essere sospesi dal lavoro. Alcuni ospedali hanno chiuso dei reparti e in alcune case di riposo è stato deciso di ridurre il numero degli ospiti, mentre altri sono stati riaffidati alle famiglie”.
Tutto ciò a causa della penuria di personale: “C’è indubbiamente la necessità di rispondere alla carenza cronica di infermieri che si è verificata soprattutto nelle strutture residenziali per anziani e disabili, a causa dell’emergenza sanitaria.
Di fatto, tanti degli infermieri che si trovavano a operare in queste strutture (ma anche a domicilio) sono stati trasferiti nelle strutture ospedaliere e sanitarie pubbliche, dove la domanda è crescente e le condizioni contrattuali più favorevoli”.
La nuova figura
Ed è qui che casca l’asino: come affrontare il grave problema? Bergamini annuncia che “Si sta ragionando per verificare la possibilità di creare una figura professionale che abbia competenze sia di operatore socio-sanitario ma anche di infermiere professionale”.
Praticamente, questo nuovo ‘Super Mega OSS’ altro non è che l’evoluzione di quanto partorito mesi fa dalla Regione Veneto con la delibera 305/2021. L’obiettivo, ovviamente, è quello di reperire più facilmente pseudo infermieri (factotum) a basso prezzo, ma…
Siamo proprio sicuri che questo ‘Hybrid NursOSS’ possa davvero nascere? Perché, così come la questione Veneto, tutto ciò non ci sembra affatto in linea con l’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, ma soprattutto… Perché gli infermieri italiani non ne possono più di tutti questi attentati alle proprie competenze. E daranno di nuovo battaglia.
Autore: Alessio Biondino
Infermieri al posto delle guardie mediche turistiche? ‘Non sono all’altezza’
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