Quanti giovani infermieri hanno lavorato nell’anno della pandemia?

Dario Tobruk 11/08/21
0nche l’eventuale disoccupazione/occupazione delle professioni ostetriche e infermieristiche pediatriche in quanto la classe di laurea è la stessa e non è possibile scorporarne i dati in fase di consultazione.

Fortunatamente grazie alle leggi dei grandi numeri queste variazioni sono calmierate dal fatto che le seguenti professioni sono numericamente minori e questo fatto permette di considerare questi valori quasi vicini a quelli reali.

I criteri di consultazione del database di Almalaurea

La ricerca dei dati, consultabile da tutti accedendo alla navigazione dei dati di Almaurea, è ricavata prendendo in esame dal database i seguenti criteri:

  • anno di indagine 2020
  • laurea di primo livello ad un anno dalla laurea
  • tutti gli atenei (quelli aderenti al Consorzio Almalaurea)
  • Classe di laurea: Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche

I risultati dei Dati Almalaurea per gli Infermieri

11.033 laureati di cui solo il ‘76% ha risposto al questionario. Le donne sono ancora in maggioranza con quasi il 76% delle presenze, uno su quattro quindi è uomo.

Gli infermieri si laureano in tempo e relativamente giovani: 25 anni con pochi ritardi sui tempi di laurea. Il 38% lavora nel pubblico e di questi il 26% soltanto ha un contratto a tempo indeterminato. Per gli altri infermieri i contratti sono tra i più disparati e vari.

Formazione post-laurea e lavoro degli infermieri

Il 9,8% circa è iscritto ad un corso di laurea di secondo livello mentre poco più di un 1 infermiere su 100 è iscritto ad altro corso di laurea di primo livello (altra professione sanitaria?).

Poco più del 50% considera la laurea magistrale utile o addirittura necessaria ai fini lavorativi; maggiore cultura o miglioramento l’obiettivo per le percentuali restanti. L’11% invece frequenta master universitari di primo livello.

Retribuzione e qualità del lavoro

La retribuzione, 1.512€ netti mensili, nonostante la mole di lavoro e le responsabilità tipiche del nostro lavoro, è comunque al di sopra della media nazionale di 1079€. Una magra consolazione.

Il 57% degli intervistati ha notato un miglioramento nel proprio lavoro grazie alla laurea in infermieristica, resta comunque altissima, in percentuale d’intervistati, la convinzione che il percorso di studi gli abbia fornito competenze in misura elevata e la formazione ricevuta sia “molto adeguata”.

Fanno davvero gli infermieri?

Come capire che il lavoro che fanno i neolaureati sia davvero quello per cui si sono formati? Attraverso il dato “Efficacia della laurea nel lavoro svolto” che qui risulta molto efficace/efficace quasi nel 97,5% dei casi, sintomo di piena aderenza tra il proprio corso di studi e l’effettivo lavoro che si sta facendo, in questo caso l’infermiere.

Gli infermieri disoccupati

Come stanno invece i nostri colleghi più sfortunati? Gli infermieri neolaureati che cercano il loro primo lavoro e non lo trovano entro 6 mesi sono solo una residua minoranza. Il resto degli infermieri che attualmente non lavorano sono iscritti ad un corso di laurea magistrale per compensare alla mancanza di lavoro (volontaria o meno).

Cosa fanno, allora, gli infermieri disoccupati che non continuano a studiare?

  • il 12,6% è in attesa di chiamata dal datore di lavoro
  • 10,3% specifica “motivi personali”
  • e solo l’1,7% è talmente disperato da avvertire mancanze di opportunità lavorative.
  • il 3,8% non lo specifica nemmeno.

Considerate questi dati attendibili? Oppure la vostra esperienza è racconta una realtà diversa da quella ricavata da Almalaurea? Parliamone nei commenti!

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

Fonti:

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https://www.dimensioneinfermiere.it/infermiere-cambia-lavoro/

Dario Tobruk

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