Una iniziativa piuttosto drastica per combattere il fenomeno degli operatori sanitari che rifiutano di vaccinarsi (ma che pretendono di rimanere indisturbati in corsia a contatto con i pazienti), si starebbe per attuare presso l’Ospedale San Camillo di Roma.
Si entra solo col green pass?
Il nosocomio, facente parte della Asl Roma 2 (la più estesa della capitale con 7.000 dipendenti, di cui il 5% non ancora vaccinati), vorrebbe infatti subordinare l’ingresso nei propri spazi “alla verifica del possesso del green pass” attraverso “il download dell’applicazione VerificaC19” per medici e infermieri.
Esattamente come in Francia, dove da due giorni il personale sanitario transalpino è costretto a esibire il tanto discusso lasciapassare verde per poter accedere a ambulanze e ospedali.
Il minaccioso avviso al personale
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, per il momento vi sarebbe traccia dell’iniziativa solo in un minaccioso “avviso a tutto il personale”, firmato dal direttore sanitario lo scorso venerdì. Senza però alcuna specifica circa l’entrata in vigore delle nuove regole.
Nursind non ci sta e chiede “una rettifica sul documento pubblicato sul sito aziendale e pubblicizzato a tutto il personale al fine di una informazione completa dove vengano notificate anche le modalità di accesso al nosocomio per tutti coloro che per condizione medica non possono ricevere o completare la vaccinazione utile per ottenere il Green pass”.
Nursind: ‘Inaccettabile’
“Rimaniamo semplicemente esterrefatti dalla comunicazione che invita nello specifico lo scaricamento da parte degli operatori sanitari sul proprio cellulare privato di una applicazione per la lettura del Green pass”. Una indicazione “inaccettabile sotto tutti i punti di vista”, secondo il sindacato.
La circolare della Regione
Eppure la circolare della Regione Lazio sulle “disposizioni urgenti in materia di prevenzione del contagio da Sars-Cov2 mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”, riporta chiaramente che le le Asl possono sottoporre i lavoratori ad accertamenti relativi alla vaccinazione anti-Covid.
Seguiranno quindi altre iniziative di questo tipo? Gli operatori sanitari ‘ribelli’ verranno tutti sospesi senza stipendio? Si riuscirà in qualche modo a garantire cura e assistenza ai pazienti?
Autore: Alessio Biondino
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