Paghi l’Albo ogni anno senza battere ciglio e operi in regime di esclusività? Beh, non dovrebbe essere così. Nel senso che dovrebbe essere l’azienda a pagarlo. E perciò a rimborsarlo al lavoratore che lo ‘anticipa’.
Quota annuale e ‘esclusività’
Il professionista che opera in regime di esclusività per una sola azienda, come accade per gli infermieri dipendenti pubblici, solitamente provvede annualmente alla quota annuale di iscrizione al proprio albo senza che l’azienda ne sappia nulla.20
Eppure, dalla sezione Lavoro del Tribunale di Messina, come raccontato da La Gazzetta del Sud (VEDI) arrivano diversi provvedimenti (emessi da ben quattro giudici, ovvero le dottoresse Aurora La Face, Valeria Todaro, Roberta Rende e Laura Romeo) che potrebbero stravolgere la suddetta abitudine.
I 4 ricorsi vinti
Secondo le sentenze, il pagamento della quota annuale che viene effettuato dal dipendente deve necessariamente essere rimborsato dall’azienda in base al principio generale secondo cui il mandante è obbligato a ‘indennizzare’ il mandatario da ogni diminuzione patrimoniale subita in conseguenza dell’incarico svolto (in via esclusiva).
Il pagamento della ‘tassa’ per l’esercizio della propria attività professionale a favore esclusivo di un Ente datore di lavoro, quindi, rientra tra i costi che devono gravare sull’Ente stesso; e non sul lavoratore.
Entrando più nel dettaglio, l’avvocato Antonella Russo ha presentato diversi ricorsi nell’interesse di alcuni operatori sanitari messinesi intenzionati a far valere il principio di cui sopra e… Il tutto si è tradotto con l’emissione di decreti ingiuntivi a carico dell’azienda ospedaliera in cui i dipendenti svolgevano la propria attività.
‘Possibili innumerevoli richieste di rimborso’
Come spiegato dal legale, “i vari decreti ingiuntivi finora emessi, pur se soggetti a probabile opposizione datoriale, rappresentano già una fondamentale prova che si sta finalmente formando una prevalente giurisprudenza secondo la quale, in presenza di un vincolo di esclusività, l’iscrizione all’Albo del professionista debba gravare sull’Ente che beneficia in via esclusiva dei risultati di detta attività.
Ciò, in quanto la specializzazione professionale è funzionale allo svolgimento di un’attività svolta nell’ambito di una prestazione di lavoro esclusivamente dipendente.
Queste prime innovative pronunce aprono la strada a possibili innumerevoli richieste di rimborso da parte di tutti i professionisti abilitati nelle varie professioni, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, e che sono sottoposti ad un vincolo che impedisce loro di effettuare l’attività esterna a favore di terzi”.
Pioggia di ricorsi in arrivo…?
Autore: Alessio Biondino
Pronta disponibilità e pubblico impiego: abusi aziendali a cifre irrisorie
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