In 10 anni perso il 6,4% dei dipendenti in sanità
Una parte importante dei prossimi investimenti statali andrà a rinforzare il sistema sanitario nazionale messo a dura prova dalla pandemia. Il valore di queste quote si aggira intorno ai miliardi di euro e serviranno ad assumere circa 20.000 sanitari tra medici, infermieri e altri professionisti sanitari e ad incrementare il parco letti in terapia intensiva e sub-intensiva. Ma quali sono stati i tagli in sanità negli ultimi 10 anni e quali sono le prospettive post-pandemia?
Le misure di spending review degli ultimi 10 anni hanno comportato una riduzione significativa del personale sanitario. In riferimento al periodo di riferimento Istat, la perdita consiste in circa 44 mila dipendenti assunti a tempo indeterminato in meno, passando da 693.600 unità a fine 2009 a 648.507 a fine 2018. Il 6.4% del totale.
La sanità ha affrontato la pandemia in svantaggio
Ciononostante, la sanità è da questi numeri che è ha affrontato una delle sue più grandi sfide: una pandemia virale sconosciuta. Il governo è corso subito ai ripari reclutando in poco tempo circa 83.200 unità medici, infermieri, operatori sociosanitari e altre figure professionali necessari e sostenere le linee di difesa contro il nemico, ma solo per il 20% di questi, circa 17.000 unità, è scattata l’assunzione a tempo indeterminato.
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L’infermiere
Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi. Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.
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Il resto del fabbisogno di personale è stato solo minimamente compensato con forme “flessibili” di lavoro, dal tempo determinato fino ai co.co.co. e le partite IVA, lungo l’intero decennio precedente. Precari.
In sanità pagati meno di altri settori della pubblica amministrazione
Osservando l’infografica e i dati del Sole24Ore è semplice comprendere come il settore sanitario sia uno tra i meno pagati della Pubblica Amministrazione.
La retribuzione lorda pro-capite del personale sanitario non dirigente, si assesta mediamente a 33 mila euro, meno del personale di comparto dei seguenti settori:
- Agenzie fiscali (37.294)
- Presidenza Consiglio dei Ministri (56.025)
- Corpi di Polizia (41.231)
- Forze Armate (39.771)
- Vigili del fuoco (36.411)
- Enti pubblici non economici (40.864)
- Personale non ricercatore degli Enti di ricerca (36.145)
e maggiore rispetto ai seguenti:
- Scuola – Insegnanti (31.526) *corrispettivo ad un monte ore di 18 ore settimanali
- Scuola – personale ATA (23.183)
- Università – Personale non docente (28.736)
- Regioni e autonomie locali (29.078)
- Ministeri (Ministeri)
A fronte di un innalzamento dell’età media del SSN che supera o si sta avvicinando ai 50 anni, con un età media per gli infermieri di 47 e una maggioranza di medici con più di 55 anni. Il settore si presenta come stanco, affamato e sottodimensionato. La promessa di una riforma strutturale delle sue forze non è quindi solo necessaria, è indispensabile.
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