Condannato a quattro mesi l’aggressore che ferì un infermiere in PS

Redazione 11/11/21
Per aver turbato, sotto l’effetto dell’alcool, il servizio di pronto soccorso di Ravenna e aver provocato lesioni ad un infermiere, un 56enne è stato condannato a quattro mesi di reclusione.
I nostri pronto soccorso sono da sempre teatro di aggressioni e distruzione da parte di utenti alterati da alcool e sostanze stupefacenti che, troppo spesso, rimangono impuniti nonostante i danni che si lasciano alle spalle.
Il protagonista di questa vicenda invece, dopo ben quattro anni dall’evento,  ha ricevuto una condanna di quattro mesi, due in meno rispetto a quanto richiesto dall’accusa, ma quattro in più di quanto troppo spesso capita.

Quattro mesi di reclusione all’utente alterato che aggredì un infermiere in pronto soccorso

Una notte di luglio del 2017, accompagnato dall’ambulanza al pronto soccorso di Ravenna, l’imputato versa in un profondo stato di alterazione aggravato da un’eccessiva assunzione di alcolici. In quella occasione, oltre ad aver innescato un baraonda tale da costringere ad interrompere la regolarità del servizio di pronto soccorso, l’imputato provoca lesioni ad un infermiere aggredendolo con violenza, afferendolo al collo e ai polsi e minacciandolo di spararlo, con lesioni fisiche giudicate guaribili in cinque giorni.
Tutto questo solo per opporsi ad un breve trasferimento al fine di raggiungere e colloquiare con uno psichiatra, attraverso il trasporto in ambulanza e non autonomamente come “desiderava” l’aggressore. La condotta molesta ha ulteriormente aggravato la sua posizione, infatti dopo l’aggressione all’infermiere, il 56enne ha continuato ad aggirarsi tra gli ambulatori, gridando ad alta voce all’interno del nosocomio e interrompendo il lavoro degli altri sanitari.
Per queste azioni, il giudice ha condannato l’imputato a quattro mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale, in quanto l’infermiere durante il suo operato è un incaricato di pubblico servizio, interruzione di pubblico servizio e lesioni aggravate.

Scopri come tutelarti contro le aggressioni da parte dell’utenza!

I principali fattori di rischio si rinvengono negli atteggiamenti negativi dei pazienti nei confronti degli operatori, nelle aspettative dei familiari e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza, che risultano in grado di sviluppare danni fisici, ma anche disturbi psichici, negli operatori che subiscono violenza.

Il provvedimento legislativo, nel recare un sorta di diritto penale a presidio della
medicina, interviene con una severa risposta sanzionatoria, ma il problema va risolto
anche affrontando e rimuovendo le radici profonde della violenza … di un paziente che
arriva a colpire il proprio medico.

La tutela contro le aggressioni agli operatori sanitari

Oggi i giornali, le tv, il web e tutti i media li chiamano “i nuovi eroi”.Eppure, da tempo è nota a livello mondiale una nuova emergenza sociale: la violenza contro di loro, la violenza nei confronti degli operatori sanitari.Ogni giorno, sono dati forniti dall’Inail, in Italia si verificano infatti ben 3 episodi di violenza contro gli operatori sanitari, comprensivi di intimidazioni e molestie.I principali fattori di rischio si rinvengono negli atteggiamenti negativi dei pazienti nei confronti degli operatori, nelle aspettative dei familiari, e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza.Varata in piena pandemia da Covid-19, la legge 14 agosto 2020, n. 113, “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, tenta di rispondere all’esigenza di sicurezza avvertita dal personale medico-sanitario, e contiene varie misure sia a livello sanzionatorio sia a livello educativo e preventivo.Viene inoltre introdotta un’ipotesi speciale del delitto di lesioni personali, una nuova circostanza aggravante comune, in presenza della quale i reati di lesioni e percosse diventano procedibili d’ufficio, e una sanzione amministrativa.Per rispondere, nell’immediatezza, alle esigenze innanzitutto di praticità degli operatori, il volume presenta un primo commentario e una dettagliata e accurata analisi della legge n. 113/2020, e tenta altresì di prefigurare le ricadute derivanti dall’impatto delle nuove disposizioni nel tessuto normativo del sistema.Fabio PiccioniAvvocato del Foro di Firenze, Patrocinante in Cassazione. LLB presso University College of London, è Docente di Diritto penale alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della Facoltà di Giurisprudenza, Coordinatore e Docente di master universitari e corsi di formazione. Giornalista pubblicista, è autore di pubblicazioni e monografie in materia di Diritto penale e amministrativo sanzionatorio.

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18.00 €  17.10 €

 

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