Alcuni dati piuttosto confortanti sulla terza dose del vaccino anti-Covid (VEDI), che comunque necessiterebbero di ulteriori studi più approfonditi, avrebbero potuto farci tirare un grosso sospiro di sollievo.
Già, ‘avrebbero potuto’… Perché purtroppo sono relativi a prima dell’avvento della variante Omicron, un prevedibile incidente di percorso che ha cambiato drasticamente le carte in tavola.
Omicron corre
La nuova variante è forte crescita qui in Italia: da una stima basata sulle analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida del 20 dicembre (2000 tamponi in 18 regioni, dati ISS), la percentuale della variante omicron potrebbe essere intorno al 28% del totale, ma con forti differenze tra regione e regione.
Il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha spiegato: “anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei.
In base ai dati oggi disponibili le armi a disposizione sono la vaccinazione, con la terza dose tempestiva per chi ha già completato il primo ciclo, e le misure, individuali e collettive, per limitare la diffusione del virus, dall’uso delle mascherine alla limitazione dei contatti e degli assembramenti.”
E l’eventuale quarta dose?
Intanto il fantasma dell’eventuale quarta dose, fatta per proteggerci anche dalla suddetta variante, si sta traducendo in realtà in altri paesi: in Israele è partita la sua distribuzione (a renderlo noto è stato l’ufficio del primo ministro) e la somministrazione è prevista per gli over 60, per gli operatori sanitari e per i cittadini con sistema immunitario depresso una volta passati quattro mesi dalla terza dose.
Anche la Germania, come divulgato dal ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach, ha dato il via libera alla quarta somministrazione con l’obiettivo di porre un freno alla variante Omicron.
Terapie intensive di nuovo piene
L’Abruzzo vacilla: secondo dati Gimbe relativi alla settimana 15-21 dicembre, l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva per Covid-19 è sopra la soglia di saturazione (pari al 10,5%).
E la crescita dei contagi non fa ben sperare: nella settimana indicata si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi al Covid-19 per 100.000 abitanti (547) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (38%) rispetto alla settimana precedente.
Ci sono tutti gli ingredienti per un nuovo inverno di passione, insomma.
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