L’allarme arriva da La Spezia, dove negli ospedali vi è una marcata carenza di Operatori Socio Sanitari. Un deficit che, come denunciato dal sindacato di categoria Nursind, fa sì che molti professionisti si ritrovino ad occuparsi di attività spettanti all’OSS, con un conseguente e inevitabile abbassamento della qualità assistenziale.
Numerose segnalazioni
Sulla questione, come riportato ieri da Il Secolo XIX, si è espresso anche il direttivo di Opi La Spezia: “Ci arrivano numerose segnalazioni da parte di colleghi infermieri in servizio presso Asl 5 e dei loro coordinatori, di forti disagi a causa della complessa questione che coinvolge gli operatori sociosanitari in servizio, per conto di ditta esterna, nell’Azienda sanitaria spezzina.
Chiaramente a ragione, vengono rimarcate le difficoltà derivanti dall’attuale scarsa presenza nelle corsie e nei servizi di operatori sociosanitari, con una pesante ricaduta sulle attività assistenziali.
Perdita di importante tempo assistenziale
Il risultato è la perdita di importante tempo assistenziale, quello che per profilo compete a questa figura. Negli ultimi mesi abbiamo visto complicate trattative per un accordo, con la ricerca della giusta protezione per chi rischia di perdere il lavoro fra questi operatori e che dovrebbe essere riassunto in altri ambiti. Il risultato è attualmente quello di avere in servizio effettivo un numero sempre più ridotto di OSS.”
Il direttivo Poi ricorda che il personale da reperire ci sarebbe eccome: oltre alla cooperativa esterna che per contratto dovrebbe garantire il personale OSS, vi sono due graduatorie attive per assumere tali operatori, una a tempo determinato e l’altra indeterminato.
Infermieri visti come factotum?
Eppure negli ospedali spezzini (e non solo) la suddetta figura latita. Chissà, forse perché vi è un’altra figura professionale, quella dell’infermiere, a cui viene sempre naturale un po’ a tutti i dirigenti aziendali affibbiare dell’umile lavoro extra, forti del fatto che per il bene del paziente gli ‘eroi’ sono spesso tendenzialmente disposti ad immolarsi.
Tutto ciò, ovviamente, in barba alle reali competenze e responsabilità (solo cartacee in molte, troppe realtà) che la sua evoluzione ha voluto e giustamente ottenuto per migliorare l’assistenza alla persona.
Il corretto rapporto
“Ribadiamo la necessità di avere in servizio personale nel corretto rapporto tra infermieri e OSS, come ogni modello organizzativo moderno prevede e con la crescente fase pandemica possiamo solo insistere su questo punto. Chiediamo che le parti raggiungano l’accordo per superare questa situazione negativa” concludono dall’Opi.
È in corso una “contrattazione al ribasso della qualità degli infermieri”?
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