“Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari, di chi si è impegnato per contrastare il virus, di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo” (Sergio Mattarella).
Verba volant
Caro Presidente Mattarella,
Se anche Lei (speriamo di no), così come le tante figure di spicco che vegetano sulle comode poltrone del nostro Governo, pensa che gli infermieri italiani possano essere liquidati con un semplice ‘Grazie di tutto, ora zitti e lavorate’ dopo quello che hanno vissuto e che stanno ancora vivendo, si sbaglia di grosso.
Una volta tanto, vista la drammatica situazione sanitaria ed economica causata dalla pandemia che ha stravolto anche l’Italia, questo sarebbe stato il momento di una decisa inversione di rotta, provando a far succedere finalmente le parole ai fatti e non viceversa. Di dare un segnale forte. Di presenza, di serietà. Di riconoscenza. Perché, noi italiani lo sappiamo bene, in questo paese molto spesso verba volant che è una meraviglia…
‘Eroi’ dimenticati
E i tempi biblici necessari per realizzare qualsiasi cosa fanno il resto per far sì che non cambi mai nulla davvero. Perché col passare del tempo la memoria si offusca, si annebbia, si confonde, fino a svanire… Così accade che quelli che erano osannati come gli ‘eroi’ dei nostri tempi, ubriachi di abnegazione e di promesse, dopo essere sfruttati a dovere si ritrovino a essere nuovamente aggrediti, malmenati, malpagati, poco tutelati, presi in giro, ma soprattutto… DIMENTICATI.
Il Governo ignora gli infermieri
Almeno Lei, invece di darci l’immancabile pacca sulla spalla a cui siamo da sempre abituati, prima di godersi la meritata pensione provi a chiedere delucidazioni. Domandi pubblicamente a chi di dovere per quale motivo non sono state onorate le molte (troppe) promesse fatte agli operatori sanitari e, in primis, agli infermieri italiani.
Esorti il Governo a vergognarsi o quantomeno a provare un minimo di imbarazzo per aver cancellato dalla legge di bilancio l’emendamento sull’indennità specifica infermieristica, promessa dal ministro Brunetta fino a pochi giorni prima (VEDI).
Gli emendamenti cancellati
Già, perché come ha ricordato la Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche pochi giorni fa: “Gli unici due emendamenti che abbiamo sostenuto alla legge di Bilancio 2022 e che fino in fondo sono stati portati avanti da senatori della maggioranza e dell’opposizione che ringraziamo, per poi sparire però nel nulla, riguardavano l’assegnazione-ponte, in attesa del contratto, di quell’indennità di specificità infermieristica promessa e finanziata nella legge di Bilancio dello scorso anno, ma mai assegnata ai professionisti e la possibilità di aumentare il numero di docenti-infermieri nelle università (oggi ce n’è uno ogni 1.350 studenti contro uno ogni sei di altre discipline) per poter poi incrementare con la giusta qualità il numero di infermieri la cui carenza è ormai un allarme sotto gli occhi di tutti.”
Nessun tipo di apertura
Ciò ha inequivocabilmente dimostrato “nessun tipo di apertura a una categoria di professionisti di cui a quanto pare i servizi sanitari non possono fare a meno, ma che in questo modo davvero non hanno alcun incentivo per mantenere il livello di impegno avuto finora nonostante le decine di morti e gli oltre 128mila contagiati da inizio pandemia, se non quello della propria responsabilità e della propria volontà di vicinanza con i cittadini che non lasceremo mai soli.
Né c’è alcun accenno a una soluzione che non ricorra al precariato per il periodo precedente a quando gli infermieri necessari a colmare la carenza potranno essere formati, nonostante le proposte da tempo avanzate dalla Federazione. Tutto ha un limite però.
E tutto questo segna un brutto episodio per la professione infermieristica, un brutto segnale che non è passato e non passerà inosservato davvero nemmeno a chi finora ha contato per la sua salute sugli infermieri” ha concluso la FNOPI.
La fune è logora
La corda sta per spezzarsi, caro Presidente Mattarella. E quando la rottura definitiva sarà avvenuta, servirà a ben poco rinnovare i soliti ringraziamenti, fare appelli alla responsabilità e ricominciare a parlare di abnegazione, di passione e di concetti strampalati come quelli di ‘angeli’ o di ‘eroi’.
Siamo professionisti, Presidente.
E pretendiamo di essere trattati da tali SEMPRE.
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