La pandemia avrebbe potuto rappresentare una grande occasione per rilanciare davvero la categoria infermieristica. E invece gli infermieri italiani continuano inesorabilmente a prendere sberle a destra e a manca (in tutti i sensi): sono ignorati e presi per i fondelli senza ritegno dalla politica (VEDI), subiscono aggressioni in ogni dove (VEDI), si ritrovano spesso a svolgere mansioni che non gli competono (VEDI), sono costretti a turni massacranti a causa della carenza di personale (VEDI) e, dulcis in fundo, sono tra i meno pagati d’Europa.
Tutti a caccia di competenze infermieristiche
Peggio di così non potrebbe proprio andare. O forse sì…? Beh, visto il continuo tentativo da parte di altre figure di arraffare competenze infermieristiche ad ogni occasione (i farmacisti ringraziano abbondantemente) e viste le nuove strategie di alcune regioni volte a trasformare a tutti i costi gli OSS in pseudo infermieri a basso prezzo (VEDI), decisamente sì.
E, purtroppo, continuano le proposte in tal senso. Stavolta è il turno della Toscana: il sindaco di Cecina Samuele Lippi, come riportato da Il Tirreno (VEDI), ha inviato una lettera al presidente della Regione Eugenio Giani chiedendogli di attivarsi per risolvere il problema della carenza di infermieri che effettuano tamponi.
La nuova proposta
Come? Consentendo “agli operatori socio sanitari e ai volontari specializzati del 118, dietro adeguata formazione, di poter effettuare i tamponi, perlomeno quelli di massa” ha scritto.
E, nello stesso tempo, permettendo “che un infermiere possa supervisionare le attività degli Oss e validare i test del Covid, visto che la maggioranza delle persone se lo fa in casa e non ci vuole uno scienziato per poter leggere una o due linee”.
‘Superare l’ostruzionismo sulle competenze’
Secondo Lippi è arrivato “il momento di superare l’ostruzionismo sulle competenze per svolgere i tamponi, sia per la quantità di professionisti a disposizione, sia a causa del virus che colpisce molti operatori e che comporta una carenza di personale infermieristico negli ospedali”.
Sul vincolo di esclusività
Il sindaco ne ha anche per l’assurdo vincolo di esclusività che di fatto incatena gli infermieri che lavorano nel pubblico: bisogna necessariamente “superare l’ipocrisia del contratto di lavoro degli infermieri e consentire anche a loro di poter lavorare al di fuori dell’attività ospedaliera, in particolare nelle abitazioni, tenuto conto della professionalità che hanno acquisito, fornendo così un servizio che oggi è scoperto. Non comprensibile il motivo per cui ai medici sia consentito di esercitare la libera professione, ma agli infermieri no”.
In 2 settimane spesi 126 milioni in tamponi rapidi (inattendibili)
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento