Ieri sera, a Che Tempo Che Fa (Rai Tre), Fabio Fazio ha intervistato il pontefice che era in collegamento da Casa Santa Marta. Diversi i temi affrontati: guerra, migranti, ambiente, musica, indifferenza, aggressività, famiglia, bambini e anche… Operatori sanitari (VEDI).
‘Toccare per farsi carico dell’altro’
Già, perché parando di “psicologia dell’indifferenza”, Papa Bergoglio ha chiaramente citato gli ‘eroi’ dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus: “Vediamo poveri, migranti che muoiono, bambini che hanno fame, vediamo le ingiustizie ma c’è la tentazione molto brutta a guardare da un’altra parte.
Guardiamo, ci lamentiamo un po’ e poi è come se nulla fosse accaduto. È necessario sentire e toccare, non basta vedere. Entra la psicologia dell’indifferenza. Ci manca toccare le miserie.
Penso ai medici, agli infermieri che hanno dato la vita in pandemia, hanno toccato il male e scelto di rimanere con gli ammalati. Il tatto è il senso più completo, pieno, quello che ci mette la realtà nel cuore.
Toccare è farsi carico dell’altro, se guardiamo senza toccare con le mani il dolore della gente, mai potremmo trovare una soluzione, una via”.
La guerra
E a proposito di dolore della gente, papa Francesco è stato piuttosto duro parlando della guerra: “C’è un problema di categorizzazione, di primo e secondo posto e le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto.
Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra.
Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito, ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, è duro ma è la verità.
La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi”.
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