Continua la saga degli eroi, di quelli che fanno dell’abnegazione il proprio pane quotidiano, degli angeli che vivono la propria professionalità nel più totale spirito di sacrificio e di tutte le altre baggianate usate per descrivere il personale sanitario italiano.
Personale che però, inevitabilmente, inizia ad essere davvero stanco di tutto questo, saturo di prese per i fondelli, di turni massacranti, di violenze quotidiane e ancora in attesa dei riconoscimenti veri promessi a più riprese dalla politica.
E ieri, Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, è arrivata una nuova vagonata di pacche sulle spalle. Riportiamo qui le più illustri.
Papa Francesco: “eroici”
Ieri mattina, durante l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato ai fedeli presenti che si stava festeggiando la Giornata Nazionale del personale sanitario: “Dobbiamo ricordare tanti medici, infermiere e infermieri, volontari che stanno vicino agli ammalti, li curano, fanno sentire meglio, li aiutano” ha detto. Perché “nessuno si salva da solo”.
E ancora: “Nella malattia abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi, che ci aiuti” e “l’eroico personale sanitario” ha mostrato la sua “eroicità al tempo del Covid ma rimane l’eroicità tutti i giorni. Ai nostri medici, infermiere e infermieri un applauso e un grazie grande”. Dopodiché, Bergoglio ha invitato tutti ad applaudire.
Mattarella: “Grazie per lo spirito di sacrificio”
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ancora una volta, ha fatto sentire la sua voce per ringraziare gli operatori sanitari italiani: “In occasione della seconda Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato desidero sottolineare ancora una volta il ruolo cruciale svolto da tutto il personale del comparto sanità e del volontariato nella tutela della salute collettiva.
Da quando il nostro Paese è stato duramente colpito dall’insorgere, repentino e inatteso, di una emergenza sanitaria di così vasta portata, gli operatori di tali categorie si sono trovati all’improvviso in prima linea a fronteggiare un nemico per molti versi sconosciuto.
È grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti di quelle, già dolorosissime, che abbiamo dovuto patire.
Sono in programma investimenti e nuove strategie per garantire una migliore qualità della cura e dell’assistenza, per accrescere la capacità di prevenzione, per ridare centralità alla persona e al territorio nel quale vive: ma l’efficacia delle riforme, come sempre, è legata alla qualità e all’impegno di chi concretamente la fa vivere con il proprio lavoro e con la propria passione.
Quanto è avvenuto in questi anni difficili è motivo di rassicurazione per gli italiani. Oggi è, pertanto, occasione per me e per tutto il popolo italiano di rendere omaggio all’impegno del personale sanitario e del volontariato e di unirci nel ricordo, grato e doloroso, di quanti hanno pagato con l’estremo sacrificio la propria inclinazione all’altruismo”.
Speranza: “Abbiamo uno straordinario SSN”
Non potevano mancare le parole di gratitudine del Ministro Speranza: “Se il Paese ha retto a una prova così difficile, pur pagando un prezzo importante in termini di vite umane, ma anche in termini di chiusure e di cambiamenti delle nostre esistenze, è perché abbiamo uno straordinario Servizio sanitario nazionale che dobbiamo difendere e di cui il cuore sono le donne e gli uomini che lo animano”.
Il Ministro ha anche ribadito, per l’ennesima volta, che bisogna concludere la stagione dei ‘tagli’ in sanità: “Dobbiamo chiudere la stagione dei tagli e aprire la stagione degli investimenti. E non sono parole ma sono fatti concreti. Quando sono diventato ministro c’erano 114 miliardi e si metteva più o meno un miliardo l’anno.
Oggi, con l’ultima legge di Bilancio, siamo a 124 mld, mai in un tempo così breve erano state messe così tante risorse, perché c’è una nuova consapevolezza: tutto si può tagliare ma non sulla salute, e che i soldi che si mettono sulla salute non sono semplice spesa pubblica ma il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone.”
Rimaniamo in attesa
Il personale sanitario, purtroppo, ha ben poco da festeggiare. E tronfio di chiacchiere come non mai, rimane più che mai vigile in un’attesa sempre meno paziente. Perché, lo ribadiamo, senza riconoscimento anche la riconoscenza, a lungo andare, diventa un concetto inutile, vuoto, superfluo… Quasi una presa in giro.
E anche chi, per deontologia professionale e per estrema umanità, si ritrova costantemente nella posizione di doversi immolare per portare avanti una baracca perennemente e volutamente sgangherata… Prima o poi si stancherà davvero di farsi governare dallo “spirito di sacrificio” e di sembrare “eroico”.
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