Così come annunciato ieri anche dalla FNOPI (VEDI), per la prima volta da quando viene festeggiata la nascita della nostra Repubblica oggi hanno sfilato davanti al Presidente Mattarella e alle autorità anche i professionisti sanitari e socio-sanitari.
La prima volta
“Per la prima volta nella storia della Repubblica, dunque, accanto alle Forze armate, che rappresentano la difesa dell’Italia e la tutela della sicurezza nazionale, alla parata del 2 giugno parteciperà un’altra forza, che rappresenta ormai in modo evidente la tutela della salute, della qualità della vita, e la difesa della nostra nazione da nemici subdoli come i virus, ma anche dalle patologie che provocano ogni anno oltre 600mila decessi: le professioni sociosanitarie, con in testa il ministero della Salute” è nel sito della Federazione infermieri, in un articolo pubblicato ieri. E così è stato.
Un’altra pacca
Un’altra memorabile soddisfazione, non c’è che dire, che di sicuro gli infermieri italiani aggiungeranno alla loro sterminata collezione di pacche sulle spalle post-pandemia; intanto che meditano sul modo di sbarcare il lunario, di non farsi consumare dal Burnout o di fuggire quanto prima dalla loro ingrata professione.
Gli innominati
A proposito… Durante la passeggiata dei “sanitari” di fronte a Mattarella (durata una manciata di minuti), come prevedibile gli infermieri non sono stati mai nominati dalla TV pubblica. E ciò nemmeno quando si è parlato dei professionisti contagiati e/o uccisi dal Covid-19, parentesi in cui si è parlato solo di medici. Il termine “Infermiere” è però uscito dalla bocca dei cronisti Rai quando le Crocerossine hanno sfilato davanti al Presidente della Repubblica…
Esulta il Ministro Speranza
Dopo la parata, il Ministro della Salute Speranza ha subito esultato su Facebook, inneggiando (di nuovo) al ‘sacrificio’ dei nostri professionisti sanitari: “È una grande emozione ed un bel riconoscimento al sacrificio e all’impegno straordinario dei nostri professionisti sanitari durante la pandemia. Grazie a loro il Paese ha retto dinanzi ad una sfida senza precedenti ed è a loro che dobbiamo la ripartenza dell’Italia. Non dobbiamo dimenticarlo mai.”
Purtroppo, però, come dimostrato dalle violenze riesplose in questi giorni ai danni di professionisti e operatori sanitari, fare troppo affidamento sulla memoria di questo paese non sembra essere un investimento affidabilissimo…
Urgono tutele e riconoscimenti veri. Sensati. Immediati.
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