La bocciatura delle Unità di Degenza Infermieristica (UDI), avvenuta recentemente in Umbria da parte del Consiglio di Stato (VEDI), ha suscitato diversi malumori nell’Infermieristica italiana.
“Grave rischio”
Ma dopo aver incassato la definizione di “situazioni che possono arrecare grave rischio alla salute del cittadino” (VEDI) e che potevano confondere non poco i cittadini, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) è intervenuta per fare chiarezza.
Il livello professionale non è in discussione
Lo ha fatto con una nota sul suo sito ufficiale, dove ha spiegato che la suddetta sentenza non rappresenta la messa in discussione del livello professionale garantito dagli infermieri che lavorano nelle UDI, ma la sottolineatura di una “confusione”, come spiega la stessa sentenza, “di ruoli tra personale medico e infermieristico conseguente alla tendenziale separazione tra attività clinica ed attività assistenziale”.
Un problema tecnico-organizzativo
Un problema tecnico-organizzativo e assolutamente NON professionale, quindi. Un problema che però, sottolinea la Federazione, “non deve generare polemiche, come anche sottolineato dall’accordo di poche settimane fa tra Federazione degli infermieri (FNOPI) e quella dei medici (FNOMCeO) su un percorso comune che non consenta più a nessuno di dividere e strumentalizzare le due professioni, che da sempre lavorano insieme e sulle quali la pandemia ha semplicemente acceso i riflettori”.
Numerose interlocuzioni
La FNOPI ha giustificato il ‘ritardo’ del suo intervento sulla questione (a distanza di diversi giorni dalla notizia) in quanto ci sono state “numerose interlocuzioni con le istituzioni politiche e con gli ordini provinciali per inquadrare correttamente la portata del pronunciamento, per sottolineare che alcuni passaggi e modalità tecnico-procedurali non possono mettere e non mettono in discussione il ruolo e la professionalità degli infermieri nell’assistenza.”.
UDI, un modello ‘superato’
La FNOPI evidenzia anche come, grazie all’approvazione del decreto del ministero della Salute 77/2022 di riorganizzazione dell’assistenza territoriale, il modello delle Unità di Degenza Infermieristica sia “di fatto superato dall’evidenza e dal livello di responsabilità che il DM assegna agli infermieri nella presa in carico delle cure intermedie ad esempio con gli Ospedali di Comunità (a gestione infermieristica per legge), le Case della Comunità, le Centrali operative e, a livello di domiciliarità, il ruolo prioritario indicato dalla norma per l’infermiere di famiglia e comunità.”
Tutto previsto
Dalla Federazione concludono: “La sentenza del Consiglio di Stato, pur nella sua validità giurisprudenziale per i profili di competenza e organizzazione a cui si riferisce, rappresenta quindi un granello nell’ingranaggio previsto e ormai avviato del nuovo modello di assistenza territoriale e mette semmai in evidenza, secondo la FNOPI, la necessità di armonizzare tutti i modelli pregressi con le nuove previsioni di legge che vedono l’assistenza infermieristica in pole position per soddisfare i bisogni di salute delle persone.”
Perugia, bocciate le Unità di Degenza Infermieristica. I sindacati: “Grave rischio per il cittadino”
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