Piano di assistenza infermieristica al paziente con Infarto Miocardico Acuto

Dario Tobruk 15/06/16
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Indice

Eziopatogenesi dell’infarto miocardico acuto

  • ad una severa ipoperfusione, causata da una inadeguata perfusione coronorica, in seguito a coronaropatie come aterosclerosi, stenosi e/o occlusioni trombotiche;
  • da una maggiore richiesta di O2 (eccessivo sforzo, tachiaritmie) da parte del tessuto miocardico e non soddisfatta per varie ragioni, come l’anemia (ima da discrepanza).

Sintomi e segni dell’IMA

  • Specifici: dolore retrosternale che può diramarsi a livello gastrointestinale (con nausea e vomito), sottomandibolare, giugulo, interscapolare e sulle spalle fino alle braccia. La cute appare pallida e diaforetica (sudore freddo).
  • Respiratori: tachipnea e dispnea, possibile edema polmonare.
  • Psico-neurologici: irritabilità, ansia, irrequietezza, senso di morte imminente. Cefalea.
  • Segni strumentali: All’elettrocardiogramma, ST sotto/sopraslivellamento o insorgenza di blocco di branca non nota.

Diagnosi dell’infarto miocardico acuto

  • Clinica: anamnesi, esame obiettivo.
  • Esami ematochimici:
    • isoenzimi cardiospecifici: Troponina T e I, CK-Mb,  Mioglobina. In base all’analita andranno misurati a intervalli specifici per avere una curva di valori tali da verificare e stimare il danno miocardico.
    • Altri esami utili: LDL e HDL, Colesterolemia, funzionalità epatica, elettroliti, emocromo, ecc…
  • Strumentali:

ECG facile: dalle basi all’essenziale

FORMATO CARTACEO

ECG facile

Quando un infermiere entra in un nuovo contesto lavorativo, viene investito da un’onda di gigantesche proporzioni di protocolli, nozioni, dinamiche, relazioni e migliaia di cose da sapere. Fortunatamente, però, la saggezza professionale insegna che le cose hanno, alla fine, sempre la stessa dinamica: prima è tutto difficile, poi diventa normale, e prima o poi le cose si faranno semplici. È un ciclo che si ripete. Quale che sia il reparto o il servizio, prima si affronterà la montagna e prima si potrà godere della vista incantevole dei picchi a fianco delle nuvole, e scendere a valle soddisfatti del cammino, pronti per la prossima sfida. L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è una di queste sfide. Lo scopo di questo breve manuale è guidare il sanitario, per quanto sia possibile, verso il pendio più semplice da scalare, aiutandolo passo dopo passo ad acquisire gli strumenti per non cedere mai di fronte alle avversità. A differenza dei numerosi manuali di autoapprendimento all’interpretazione dell’ECG disponibili nelle librerie e sul mercato, questo testo non è stato pensato per medici, ma è scritto e pensato per il personale sanitario come l’infermiere o, se volete, il tecnico sanitario perfusionista o di radiologia, che ogni giorno si confrontano con questo meraviglioso strumento di indagine. Il manuale tra le vostre mani ha il solo scopo di farvi sviluppare un unico superpotere: saper discriminare un tracciato normale da uno patologico, sapere quando dovrete segnalarlo al medico, e possibilmente salvare la vita del paziente. Scusate se è poco! Dario Tobruk Infermiere di area critica, ha lavorato in Cardiologia e UTIC e si è specializzato in ambito cardiologico. Da sempre persegue l’obiettivo di occuparsi di informazione, divulgazione e comunicazione medico-scientifica. In collaborazione con la casa editrice Maggioli, ha fondato dimensioneinfermiere. it, che tuttora dirige.

Dario Tobruk | Maggioli Editore 2021

Trattamento dell’infarto miocardico acuto

  • Morfina Cloridrato: utile nei casi di concomitante edema polmonare (solo se la pressione arteriosa regge), e per il trattamento della dispnea, dell’ansia e del dolore toracico del paziente.
  • Antiaggregante / anticoagulante: farmaci per prevenire e ridurre la formazione di coaguli di sangue.
  • Nitrati: ad esempio la nitroglicerina è nei casi meno gravi usata per via sublinguale, se non efficace o se l’insulto cardiaco è maggiore si passa alla somministrazione endovena.
  • Ossigenoterapia: per ridurre la discrepanza tra le richieste metaboliche del tessuto in sofferenza e l’effettivo apporto di ossigeno.

Assistenza infermieristica al paziente con Infarto Miocardico Acuto

  • Avvertire il medico e tutta l’équipe di emergenza;
  • Posizionare il paziente in SemiSeduta o Flower alta (aumenta i volumi respiratori e mantiene in sicurezza il paziente);
  • Posizionare un accesso venoso periferico (il massimo Gauge possibile);
  • Iniziare Ossigenoterapia (secondo protocolli aziendali),
  • Tranquillizzare il paziente e favorire un ambiente sicuro per l’assistenza.
  • Farsi spiegare bene la posizione e la natura del dolore (“Sento come una puntura qui vicino allo sterno“) chiedere di oggettivare il dolore con una scala NRS (“Da uno a dieci quanto è forte il dolore dove 10 è il massimo dolore che ha mai sentito e 0 è non sentire dolore” – “In questo momento…sarà 4 ma all’inizio era 2”). Leggi questo articolo per la valutazione del dolore toracico.
  • Prelevare i parametri vitali: pressione arteriosa, saturazione dell’ossigeno, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria.
  • Eseguire un ECG (elettrocardiogramma).
  • Recuperati i dati clinici evidenziate il tracciato elettrocardiografico e segnalate al medico i segni predittivi di infarto all’ECG, i parametri vitali e i dato oggettivi e soggettivi della valutazione del dolore toracico (NRS e natura del dolore).
  • Somministrate la terapia come prescritta.
  • Probabilmente vi si chiederà di eseguire un prelievo per valutare gli indicatori di necrosi miocardica ed altri valori biochimici.
  • farmaci di emergenza come atropina e adrenalina,
  • per sostenere la respirazione come l’ambu, il set per intubazione endotracheale, va e vieni, ecc.. e
  • quelli cardiaci come il defibrillatore manuale o quello semi-automatico.
  • Verificare che il paziente abbia firmato i consensi, compreso e accettato la procedura
  • Verificare la congruità e la pervietà dell’accesso venoso
  • Eseguire Tricotomia (secondo il vostro protocollo) ma generalmente a livello inguinale esteso e nei polsi radiali fino all’avambraccio.
  • Somministrare eventuale terapia
  • Monitorare parametri vitali e sintomatologia del paziente.
  • Monitorate attraverso ecg o telemetria l’attività elettrica del cuore
  • Verificare e mantenere il digiuno
  • Se richiesti eseguite il prelievo ematico: la procedura necessità di altri valori biochimici come la funzionalità renale, l’emocromo e i fattori della coagulazione.
  • Se prescritto: posizionate un catetere vescicale, in genere non è necessario per tutti. Se evidente la formazione di un globo vescicale (fino a 1000 ml) clampate il flusso ogni 300/400 ml, questo eviterà una crisi vagale che non è buona cosa in un paziente infartuato.
  • Togliete e conservate protesi, monili e accessori: dentiera, occhiali, collane e anelli,ecc..
  • Vestite il paziente con grembiule chirurgico, calzari, mascherina ecc..
  • Spesso se la creatinina è borderline è da somministrare una soluzione fisiologica (il flusso sarà prescritto secondo la frazione di eiezione del pz)
  • Trasferire il paziente: UTIC o EMODINAMICA.

Diagnosi Infermieristiche al paziente con Infarto Miocardico Acuto

  • Eseguire al sospetto un esame obiettivo valutando eventuali suoni respiratori anormali come gorgoglii o fischi,
  • prelavare se prescritto un EmoGasAnalisi per valutare i gas respiratori,
  • compilare un bilancio idroelettrolitico, monitorare la diuresi che non dovrà mai essere inferiore ai 30 ml/h mantenere sotto osservazione.
  • Preferire una dieta iposodica.

Problemi Collaborativi

  • Il paziente in seguito alla fase acuta dovrà essere monitorato, se il pz riferisce dolore l’infermiere dovrà effettuare un tracciato ECG (se il paziente non è gia monitorato o telemetrato) e valutare alterazioni del tracciato e riferirle al medico. Prendere i PV, somministrare terapia farmacologica e O2T secondo prescrizione e terapia.
  • Mantenere un ambiente tranquillo, e autorizzare le visite solo se armoniose.
  • Istruire il paziente a riferire ogni sintomo o evoluzione ed ogni episodio di dolore.
  • Ricordare dell’importanza del riposo assoluto.
  • Monitorare e rilevare possibili stati di ipossia, squilibri acido-base ed elettrolitici, segnalare al medico alterazioni patologiche(esempio potassio fuori range)
  • Garantire nei casi selezionati dai medici, il monitoraggio ecg continuo e segnalare alterazioni non fisiologiche
  • Garantire la presenza e la pervietà di un accesso venoso e la disponibilità ai farmaci antiaritmici di urgenza ed emergenza.
  • Monitorare e valutare il dolore toracico e il respiro (anche attraverso auscultazione) per rilevare eventuali sintomi di difficoltà a respirare e segnalare prontamente al medico
  • Monitorare la comparsa di sintomi di inadeguata ossigenzione tissutale o di insufficienza respiratoria: cute fredda, cianosi, pallore, dolore al polpaccio, segno di Holmas (dorsoflessione del piede dolorosa), confusione, agitazione dello stato mentale, disorientamento, alterazione dello stato di coscienza.
  • Monitorare e segnalare segni e sintomi di diminuita gittata cardiaca: tachicardia, tachipnea, polso debole e filiforme, diuresi <30 ml/h, cute pallida, fredda e cianotica, confusione, agitazione dello stato mentale, disorientamento, alterazione dello stato di coscienza. PA media < 60 mmHG
  • Monitorare i segni di inadeguata perfusione coronarica: valutare presenza di angor o angina.
  • Monitorare e segnalare esami della coagulazione
  • Tachicardia e fibrillazione ventricolare, nella prima ora sopratutto e in maniera lievemente minore nelle successive, mantenere accessibile il defibrillatore, solo una scarica può elettroconvertire una FV in un ritmo sinusale.
  • Edema Polmonare, vedi in rischio di difficoltà.
  • Complicanze da cateterismo cardiaco (infezione, emoraggia, aritmie)

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook Instagram)

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