Riporto un articolo interessante per tutti gli infermieri italiani (clicca sul link per l’articolo completo). Formati dalle università e lasciati orfani dal Sistema sanitario sanitario, migliaia di infermieri disoccupati e inoccupati si accalcano in fiumi di persone nei pochi concorsi per infermieri che promettono sovente, soltanto un solo posto di lavoro.
Una notizia riportata dalla stampa qualche giorno fa si presta ad una riflessione su di un fenomeno che è ormai giunto a dimensioni ai limiti della ingestibilità: il reclutamento da parte delle aziende sanitarie di infermieri che, come è noto, costituiscono il profilo professionale più numeroso del Servizio sanitario con ben 270.000 dipendenti. La notizia di cui si diceva riguarda centinaia di infermieri italiani che sono stati assunti in molti ospedali inglesi con selezioni fatte in Italia o via Skipe. Così mentre da una parte ci sono molti professionisti che riescono facilmente ad essere assunti all’estero – con trattamento notevolmente migliore – dall’altra a casa loro fanno domanda di concorso insieme ad altri 15.000 colleghi per entrare nel Servizio sanitario nazionale.[…]
I responsabili delle risorse umane e l’autore dell’articolo si pongono domande importanti sulle modalità di inserimento del personale infermieristico all’interno delle aziende sanitarie. Il meccanismo, paradossale, è talmente obsoleto che ha portato negli anni precedenti deserti numerosi posti a concorso e migliaia di concorrenti oggi pur di entrare in una graduatoria qualunque. Come scritto nell’ articolo:
In realtà la vera soluzione per il reperimento di infermieri – certamente paradossale – è venuta dal sistema stesso che da circa dieci anni ha semplicemente smesso di assumere. Infatti le costanti restrizioni di finanziamenti e le severe regole sul turn over hanno di fatto costituito un blocco delle assunzioni.[…]
Numerosi responsabili dei concorsi manipolano abilmente certe ambiguità: che senso avrebbe garantire un(1) solo posto a tempo indeterminato per l’intera regione Toscana con l’ultimo concorso bandito con l’ESTAR?
Deterrente psicologico! Eppure è chiaro, anche dalle dichiarazioni politiche che le assunzioni potrebbero raggiungere il 1000° posto in graduatoria, più i numerosi determinati che seguiranno in poi (secondo possibile necessità di personale). Difatti i giovani infermieri assettati di lavoro, non si sono fatti assolutamente scoraggiare. Le domande pervenute ammontano a più di 15000, si prevede l’uso di ben tre palazzetti dello sport per procedere.
Senza contare l’investimento di energie e tempo impiegato da ogni singolo concorrente, nei bandi viene da tempo richiesto un contributo economico, mediamente 10€, che va a sommarsi a tutte le spese affrontate dai molti pendolari che raggiungono la sede di prova del concorso da tutto il resto d’Italia: in auto, treno e aereo. Cifre che spesso raggiungono, nelle 3 prove, dalle 500€ ai 1000€.
Nel concorso toscano, una volta portati i candidati a 2.500 tramite la preselezione, si passerà allo svolgimento delle tre prove e il percorso completo potrà durare anni ed anni, con buona pace di chi ha dichiarato che la graduatoria sarà pronta per la fine dell’anno. Basta infatti pensare al caso della Azienda ospedaliera di Perugia che bandì un concorso pubblico per 63 posti di infermiere il 29.7.2011, successivamente portati a 103 nel 2012 con riapertura dei termini. Le domande sono state 16.000 e, anche se si sono presentati effettivamente circa la metà dei candidati, resta il fatto che attualmente siamo alla prova orale alla quale sono stati ammessi 1.884 candidati e la cui ultima sessione è programmata per il 3 giugno di quest’anno.
Quali sono le soluzioni per i giovani infermieri che vogliono lavorare?
La soluzione, oltre ad emigrare verso paesi esteri in cui l’accesso alla professione è meno ostico rispetto alla lingua locale, si nasconde nei metodi concorsuali stessi:
Credo che il nocciolo del problema sia il concetto stesso di concorso fondato su tre prove (scritta, pratica e orale) che non regge più rispetto alle congiunture odierne e c’è da chiedersi come sia possibile che non si riesca a trovare una soluzione alternativa. Eppure una proposta si potrebbe avanzare :[…]
Vi rimando al link IlPersonale.it per completare la lettura dell’articolo, sperando che innesti nella mente dei giovani professionisti e dei responsabili delle risorse umane un ragionevole dubbio, una lettura critica dei problemi che assillano migliaia di giovani e meno giovani risorse, lautamente formate e spesso sottoutilizzate o peggio mai utilizzate.
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