Un convegno sulle cellule staminali
Partenza il 2 marzo fino al 21 aprile, auditorium San Barnaba.
Promosso dal Comune di Brescia con la partnership dell’ Ordine dei Medici di Brescia, Fondazione Asm e Brescia Mobilità . I convegni saranno gratuiti e aperti a tutti, i restanti convegni (per chi fosse della zona ed avesse l’interesse di raggiungerli) sono organizzati ogni giovedì alle 17.30.
Per ogni argomento ci saranno specialisti di alto profilo con le loro relazione ed esperienze, dialogo con aperto con i cittadini. E’ possibile fare domande per dissipare tutti i propri dubbi riguardo il tema affrontato. Un ottima occasione.
Relazione del primo convegno: Le staminali viste con gli occhi della scienza
Svolto il Giovedì 9 marzo 2017, Auditorium San Barnaba, Brescia
Prima relatrice: Ornella Parolini
Ordinario di Biologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, direttore Centro di Ricerca Madre Eugenia Menni, Fondazione Poliambulanza, Brescia
La Dott.ssa Parolini ha introdotto il concetto di cellule staminali, definite come cellule non specializzate, dotate della capacità di dividersi e di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule attraverso il processo di differenziazione cellulare, al fine di mantenere l’integrità tissutale.
Le cellule staminali sono localizzate in siti specifici, prelevate da: cordone ombelicale, sacco amniotico, sangue, midollo osseo, placenta, tessuti adiposi. Vengono classificate, sulla base della sorgente di derivazione, in: embrionali, somatiche (perinatali e adulte) e pluripotenti indotte. Per la loro duttilità risultano notevolmente importanti:
- in campo terapeutico,
- di ricerca e
- di medicina rigenerativa.
I pilastri su cui si fonda la medicina rigenerativa si concretizzano nella capacità di differenziazione delle staminali e nella ridotta probabilità di rigetto. Le cellule della placenta, oltre ad essere facilmente reperibili, rispondono a questi requisiti di interesse immunologico, riuscendo ad attenuare i processi biologici di infiammazione cronica.
Secondo relatore: Michele De Luca
Direttore Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Il Dott. De Luca ha richiamato l’attenzione sull’importanza della sicurezza e dell’efficacia della fase base di ricerca, condannando aspramente il caso “Stamina”, mera speculazione concessa e sostenuta inizialmente dal governo italiano e nei confronti della quale l’intera comunità scientifica internazionale si è espressa negativamente, fino alla bocciatura unanime in parlamento del relativo ddl.
Di notevole importanza l’utilizzo delle cellule staminali nella sperimentazione clinica e nella medicina rigenerativa, come nel caso di cellule staminali epiteliali per la rigenerazione della cornea o trapianti di epidermide coltivata in vitro, a partire da cellule non differenziate, per la cura di patologie, come l’epidermolisi bollosa.
L’attenzione dei ricercatori è focalizzata su eventuali futuri utilizzi a scopo clinico per altre patologie, per le quali le staminali potrebbero avere un potenziale d’uso, anche se al momento tali sviluppi sono ancora sostanzialmente lontani dalla pratica clinica, per lo meno in Italia!
L’incontro si è concluso con un confronto finale sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali (CSE) non impiantate, cellule presenti nella blastula umana e generate artificialmente in cliniche dove viene praticata la fecondazione assistita. (La CSE viene negata in Italia a differenza del resto d’Europa, per cui vengono importate linee cellulari dalle comunità scientifiche internazionali).
Dibattito etico sull’uso delle cellule staminali embrionali
La Dott.ssa Parolini invece si è dichiarata contraria all’utilizzo di tali cellule embrionali, ponendo evidenza sull’eticità del concetto di vita, con sfumature filosofico-religiose; al contrario, il Dott. De Luca sostiene il concetto di libertà che sta alla base della ricerca e della sperimentazione, relativamente a cellule embrionali soprannumerarie e non impiantabili.
A questo punto, perché non incrementare la ricerca al fine di reperire nuovi trattamenti terapeutici per la cura di malattie fino ad oggi inguaribili? Il dibattito rimane aperto.
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