Riceviamo e pubblichiamo con piacere questo appello AADI a tutti gli infermieri, firmate seguendo il link a fine articolo, l’associazione presenterà le nostre richieste presso gli istituti di competenza.
Questo appello è rivolto a tutti i professionisti infermieri che ancora oggi nutrono speranze nel cambiamento professionale, la giusta considerazione della professione da parte della cittadinanza e delle istituzioni passa attraverso non solo la trasformazione da collegio ad ordine professionale, ma anche attraverso la modifica degli attuali aspetti contrattuali ancora relegati nell’ambito del comparto.
Il passaggio avvenuto in questi giorni da collegio ad ordine è certamente una conquista che non può essere sottaciuta e che giustamente ha fatto esaltare tutto il panorama infermieristico attraverso decine di manifestazioni di giubilo, ma che non può e non deve arrestarsi difronte ad un problema che a nostro modo di vedere riteniamo egualmente prioritario ed improcrastinabile, ossia, la trasposizione contrattuale della figura dell’infermiere dall’area del comparto a quella della Dirigenza sanitaria.
Un passaggio che oggi è ancor più giustificato vista la trasformazione da collegio ad ordine professionale al pari di quello dei medici, degli avvocati, degli ingegneri e dei notai.
Una necessità che le istituzioni preposte non possono e non devono sottovalutare.
Il contratto comparto Sanità non considera per nulla l’elevata professionalità e la responsabilità degli infermieri perché li considera semplici operai, gestendoli al pari dei cuochi, autisti, elettricisti e idraulici.
L’infermiere è una professione intellettuale, universitaria, al pari di tutte le altre che invece sono considerate dai contratti di lavoro come dirigenziali e cioè al massimo livello professionale e retributivo.
Gli infermieri sono obbligati ad iscriversi ad un Ordine professionale, ad un albo, a pagare una tassa di abilitazione, secondo la legge Gelli sono ora giudicati dal tribunale civile e penale come un medico, rischiano la reclusione e devono risarcire le vittime, agiscono su essere umani delicati e ne garantiscono la protezione, quindi non possono né percepire lo stipendio da operai, né tantomeno essere vincolati dal dovere di esclusività che ne impedisce lo sviluppo professionale presso altri datori di lavoro.
L’infermiere dipendente pubblico o privato che esegue una semplice iniezione intramuscolare in privato fuori l’orario di lavoro, viene immediatamente licenziato perché è sottoposto all’art. 2105 C.C., mentre il medico se lavora anche fuori viene promosso perché si reputa bravo.
Questa discriminazione deve cessare!
L’art. 40, co. 2 del D.Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 stabilisce che nell’ambito della contrattazione collettiva del comparto sanità si possano costituire apposite sezioni contrattuali per specifiche professionalità.
Non sarebbe ora di costituire una sezione speciale per gli infermieri che stabilisca i diritti e i doveri di questa particolare professione?
I sindacati infermieristici conoscono questa norma ma la ignorano per ovvi interessi lobbistici, ma l’Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico non ha poltrone, carriere, posizioni organizzative, permessi, congedi e pensioni d’oro da difendere e quindi vi chiediamo di firmare la petizione che porteremo in Parlamento perché si possa cambiare il contratto che ci considera, dal 1946, dei semplici operai.
Cambiamo insieme per crescere insieme!
Firma anche tu la petizione online che presenteremo poi agli organi istituzionalmente preposti, primo fra tutti il nuovo ordine degli infermieri.
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