L’infermieristica italiana è in una crisi di consensi e di attrattività senza precedenti. E mentre ci si arrabatta per ricercare soluzioni o per mettere delle toppe più o meno imbarazzanti (VEDI Super OSS o simili) all’annoso problema, uno dei temi che secondo molti infermieri (ma soprattutto secondo la giurisprudenza!) impedisce la crescita e il riconoscimento economico/sociale della professione, continua a essere trattato con estrema parsimonia da chi la governa. Si parla, ancora una volta, di demansionamento.
E in una lettera aperta sulla questione intitolata “Disappunto sul disinteresse della FNOPI al degrado professionale”, l’AADI (Associazione Avvocatura Degli Infermieri) ha lanciato un nuovo e articolato attacco alla Federazione. La riportiamo qui per intero.
«Ill.ma Presidente,
devo intervenire ancora una volta come dirigente A.A.D.I. per registrare l’ennesima sentenza (Trib. Lav. Foggia e C.d.A. Roma) che disconosce il risarcimento da demansionamento infermieristico in quanto, le mansioni assegnate all’infermiere, sono pressoché identiche a quelle svolte dall’O.S.S..
Insistendo che l’infermiere debba accudire e soddisfare i bisogni della persona, rendete l’infermiere esecutore degli atti di assistenza, al pari dell’O.S.S., e ciò determina, naturalmente, confusione in giudizio circa gli esatti compiti che sono affidati all’infermiere.
Nella causa di demansionamento radicata contro il Policlinico Gemelli, fu addirittura l’attuale presidente dell’O.P.I. di Roma che si presentò come teste contro l’infermiere per dimostrare che doveva svolgere le mansioni dell’O.S.S. e i verbali del processo parlano chiaro (sono a Sua disposizione).
In quell’occasione fu il presidente della sezione I del tribunale a contestare al Vs. consigliere FNOPI quanto stava asserendo contro gli infermieri (a dimostrazione che quando intervenite in tribunale lo fate sempre contro la professione e mai a favore).
Il DM n. 739/94 è chiaro nel definire la programmazione e la pianificazione dell’assistenza come atti propri dell’infermiere e della loro esecuzione da parte dell’O.S.S., ma quando l’azienda resistente produce, in giudizio, articoli tratti dalle vostre riviste e quanto scritto dai vostri rappresentati dei vari OO.PP.II., il giudice si rende conto che siete Voi, in primis, a degradare la professione infermieristica allo stesso livello mansionale dell’O.S.S. e per tali motivi deve necessariamente sentenziare che l’O.S.S. è un aiuto dell’infermiere al quale spettano tutti gli atti di accudimento.
Tale situazione creata dagli Ordini e dalla FNOPI che, spesso, fa accompagnare gli articoli sull’assistenza infermieristica da foto sentimentali molto toccanti (come la mano dell’infermiere che tiene la mano del paziente o le carezze o le coccole) sostiene l’ideologia che dell’infermiere se ne possa fare a meno se si professionalizzano gli O.S.S..
Ci state portando verso l’annientamento degli infermieri perché lo Stato italiano non sa cosa farsene di un dottore che pulisce le padelle.
Invece di trasformare gli infermieri in tanti piccoli Florence Nightingale, impegnatevi a combattere il demansionamento che è, in realtà, l’unico vero nostro nemico, anziché remare contro chi vuole il rispetto della dignità professionale che, gradualmente ma inesorabilmente, stiamo perdendo.
La FNOPI già il 10 luglio 2017 con Prot. P-5266/III.01 aveva emesso il parere che l’O.S.S. potesse rilevare la pressione arteriosa ai pazienti.
Nulla di male se non fosse che mentre l’O.S.S. pretende di rilevare la pressione arteriosa e si impegna in questo, all’infermiere non resta che rispondere ai campanelli e fare il cameriere del reparto.
Avete sovvertito il senso della legge e l’evoluzione positiva dell’infermiere.
Che le mie esternazioni siano corrette e non confutabili è ictu oculi: basterebbe entrare in qualsiasi reparto di medicina per vedere giovani infermieri laureati, dottori, che fanno esattamente quello che facevano i loro colleghi 40 anni fa, se non peggio ed esattamente anche quello che faceva l’infermiere generico.
Mi dica cosa fa oggi il dottore infermiere di diverso rispetto a quello che faceva il generico? Niente!
Il Governo se n’è accorto.
Vi ho avvisati, l’O.S.S. ci soppianterà o, addirittura, verrà creata una nuova figura ibrida che risolverà l’incoerenza che esiste tra il titolo di dottore e le mansioni elementare che l’infermiere è costretto a svolgere anche grazie alla vostra indifferenza.
Con osservanza.
Il Dirigente Dott. Mauro Di Fresco».
Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione
Manuale per l’Infermiere collaboratore professionale
Questo manuale è destinato sia a professionisti esperti, sia a coloro che devono studiare per superare le prove di un concorso per il profilo da infermiere. Gli argomenti vengono trattati in modo chiaro e approfondito, seguendo le indicazioni dei programmi d’esame dei concorsi delle Aziende Ospedaliere e delle ASL. Nella prima parte del libro vengono descritti l’evoluzione e gli aspetti normativi del Sistema Sanitario Italiano, partendo dall’istituzione e dalle principali riforme del Servizio Sanitario Nazionale arrivando fino al PNRR. L’analisi prosegue con un focus storico e legislativo dell’Infermiere (il profilo professionale, il Codice Deontologico, il percorso di formazione continua ECM, il Codice di Comportamento e le principali teorie infermieristiche) e dell’OSS, descrivendo il percorso che va dall’infermiere generico fino alla figura dell’Operatore Socio Sanitario. Il manuale tratta il processo di assistenza (i modelli per la valutazione delle attività assistenziali) e la ricerca infermieristica con la descrizione delle evidenze nella pratica professionale, con un focus specifico sull’Evidence-Based Medicine (EBM) e sull’Evidence-Based Nursing (EBN). Una parte si focalizza sulle strategie da implementare per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari, includendo aspetti come il risk management, l’health technology assessment e le infezioni correlate all’assistenza-ICA. Viene inoltre trattata la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, in particolare il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008. L’ultima parte offre un approfondimento sull’assistenza infermieristica, descrivendo gli strumenti operativi disponibili, come linee guida, protocolli, procedure, PDTA, scale di valutazione e cartella infermieristica. Vengono anche discusse le principali procedure adottate, tra cui Case Management, Primary Nursing e telemedicina, insieme alle diverse tipologie di assistenza, che comprendono quella di base, internistica, area critica sia in ambito intraospedaliero che extraospedaliero, e assistenza perioperatoria. Nella sezione online collegata al libro sono disponibili alcuni approfondimenti normativi. Ivano CervellaLaurea in Infermieristica, Master di I° Livello in Management e Funzioni di Coordinamento delle Professioni Sanitarie, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di II° Livello in Organizzazione, Management, Innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Progettista percorsi formativi ECM (Educazione Continua in Medicina), Membro di “Selezioni – Equipe didattica – Esami OSS”, Docente SSN. di Laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (Università Piemonte Orientale) e del corso OSS, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario.Carlo CatanesiLaurea in Infermieristica, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I° livello in Management e Coordinamento delle professioni sanitarie, Master di II° livello in Management e Direzione di strutture complesse. Infermiere presso la S.S. Grandi Ustioni dell’ AOU CSS di Torino, Docente SSN, vanta numerose pubblicazioni scientifiche ed esperienze professionali e didattiche in ambito sanitario.
Ivano Cervella, Carlo Catanesi | Maggioli Editore 2025